Tortura da psicofarmaci – Storia di Sofia

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Laura Guerra

Sofia, la giovanissima protagonista di questa storia, anziché ricevere un supporto psicologico per far fronte a sbalzi dell’umore, comuni alla sua età, è stata sottoposta a trattamenti con potenti psicofarmaci, senza essere ascoltata nei suoi bisogni e senza essere informata degli eventuali effetti collaterali. L’assunzione di tali farmaci ha intaccato la sua sfera sessuale, emotiva e fisica. Inoltre gli effetti collaterali come l’annullamento emotivo, una persistente acatisia e la mancanza di stimoli sessuali, non sono stati riconosciuti come tali.

Il messaggio dell’autrice dell’articolo è forte e chiaro. Chiede perché le persone non vengano ascoltate, perché non siano adeguatamente informate degli eventuali effetti collaterali quando sottoposte a potenti trattamenti, perché gli operatori non vengano considerati responsabili dei danni iatrogeni a cui contribuiscono, specialmente quando influiscono profondamente e negativamente con la propria qualità della vita, che dovrebbe essere al centro di ogni intervento medico e psicosociale. (Marcello Maviglia)

Tortura da psicofarmaci – Storia di Sofia

Mi chiamo Sofia e ho 18 anni. A 17 anni cominciai a prendere degli psicofarmaci perché avevo sbalzi d’umore. Ne cambiai molti perché i primi mi facevano veramente stare male, una tortura. Così arrivai al litio, che inizialmente non sembrava avere grandi effetti, poi però cominciò la mia morte.

Una sera mi sentivo poco bene e vomitai. Dal momento che la mia psichiatra era una dottoressa dell’ospedale ed era fine settimana non potevo contattarla, ma l’avrei chiamata il più presto possibile.

Un giorno mi svegliai e quello che sentivo nel mio corpo e nella mia mente erano una cosa fuori dal normale. Sentivo un odio mostruoso nei confronti di tutto e tutti, che partiva dalla pancia e mi faceva ribollire il sangue. A parte l’odio, non provavo nessun’altra emozione. Per quanto fosse intenso non riuscivo a respirare, piangevo tutti i giorni perché non lo sopportavo, era inumano.

Mia madre contattò la neuropsichiatra che non mi poté ricevere perché, nel frattempo, ero diventata maggiorenne e quindi non potevo stare più nel reparto di neuropsichiatria infantile. Lei se ne lavò le mani indirizzandomi a un’altra psichiatra.

Un giorno non riuscivo veramente più a vivere con quella tortura e ho pensato al peggio. Comunque, passarono due settimane circa e pian piano mi stavo riprendendo, ma quello che arrivò dopo mi distrusse definitivamente.

Era settembre, ero terrorizzata dagli psicofarmaci e non volevo saperne di riprenderli. Ma arrivò lei, la donna che avrebbe avuto l’occasione di rovinarmi.

Anche se mi ero ripresa, avevo difficoltà a gestire le mie emozioni e passavo da momenti in cui piangevo molto facilmente ad altri in cui non riuscivo proprio a piangere. Comunque a settembre feci la conoscenza di questa psichiatra e la prima cosa che mi disse era “questa ragazza ha dei problemi”, e mentre le spiegavo dell’incidente con il litio, lei rispose “no, è impossibile che te l’abbia causato il farmaco” e continuava a dire cose senza senso.

Mi prescrisse sempre il litio, aggiungendo aripiprazolo (Abilify, antipsicotico, ndr) e Zoloft (antidepressivo, ndr). Non mi informò per niente egli effetti collaterali, mi disse solo di prenderli.

L’unica cosa che mi indusse a prenderli era il fatto che ormai mi sentivo già “da schifo” e mi aveva convinta che mi avrebbero sistemato. In quel periodo, a livello sessuale non provavo niente, nemmeno il desiderio, avevo le emozioni scombinate, non avevo più interesse per niente.

Cominciai il trattamento all’inizio di settembre e le prime settimane furono terribili, ma mi dissero che era normale perché il mio corpo si doveva abituare. Ma non si abituò. Le mie emozioni si erano annullate, non provavo niente, avevo l’acatisia che era un tale inferno: non riuscivo a guardare per un minuto un film o ad aspettare in fila, dovevo uscire a ogni ora del giorno sennò impazzivo, le mie mani tremavano.

Ma ero ancora fiduciosa, perché a detta della psichiatra questa condizione era normale e doveva passare. Ma mentre aspettavo qualche miglioramento trascorsero due mesi senza alcun cambiamento e io stavo impazzendo.

Rincontrai la psichiatra e dopo averle di nuovo detto che mi sentivo come un “sasso vivente”, lei mi rispose che avrei dovuto proseguire la “cura” per altri sei mesi. Io mi rifiutai e litigai molto con mia madre perché dava sempre ragione alla psichiatra. Non mi sentivo capita da nessuno.

Cominciai a fare delle ricerche su Google e trovai informazioni che indicavano la necessità di interrompere o cambiare farmaco in presenza di quei sintomi. Normalmente avrei dovuto provare una tale rabbia dopo ciò, ma  invece non provavo alcuna  emozione. Avrei voluto denunciarla, ma non potevo produrre prove legalmente efficaci sul male che mi aveva fatto.

Decisi allora di scalare i farmaci. Non mi fregava niente dei rischi dello scalaggio: io non potevo continuare di sentirmi morire ogni giorno della mia vita. Ma incredibilmente non accadde niente di male . Ripresi piano piano ad avvertire alcune emozioni, ma purtroppo solo quelle negative o brutte.

Ad oggi, sono 5 mesi che la mia libido è praticamente a zero, niente mi eccita. Ho momenti veramente pesanti e penso solamente al perché se gli psicofarmaci dovevamo farmi stare meglio, in realtà mi hanno fatto stare quattro volte peggio? Perché una persona che mi ha distrutta non ne paga le conseguenze? Perché nessuno mi ha informata? Perché nessuno mi ha creduto? E potrei continuare per molto ancora…

Sono giovane e spero di ritornare quella di prima, ma parlo per tutti: dovete sapere TUTTO sugli psicofarmaci che vi danno, Se vi fanno un brutto effetto ditelo subito!

Bibliografia

1) Laura Guerra. Disturbo bipolare – L’inganno del trattamento farmacologico a lungo termine. ad in Italy,

Disturbo bipolare – L’inganno del trattamento farmacologico a lungo termine – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

2) Laura Guerra. Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici – di Joanna Moncrieff. Mad in Italy, 1

Antipsicotici e test clinici per verificarne l’efficacia – Acatisia – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

3) Laura Guerra, Psicofarmaci ed effetti collaterali – Acatisia. Mad in Italy, Mar 2021

Psicofarmaci ed effetti collaterali – Acatisia – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

4) Laura Guerra. Antidepressivi: sono davvero utili e privi di effetti collaterali? Mad in Italy,

Antidepressivi: sono davvero utili e privi di effetti collaterali? – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

5) Laura Guerra. Antidepressivi e disturbi sessuali post-SSRI (PSSD) – Sepolto vivo: la storia di Tony. Mad in Italy, Ago 2019

Antidepressivi e disturbi sessuali post-SSRI (PSSD) – Sepolto vivo: la storia di Tony – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

6) Laura Guerra. La sospensione degli psicofarmaci, un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie. Mad in Italy, 

La sospensione degli psicofarmaci, un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie – Mad in Italy (mad-in-italy.com)

 

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Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Ha inoltre tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici". Recentemente, insieme a Marcello Maviglia e Miriam Gandolfi, ha pubblicato il libro "Sospendere gli psicofarmaci: Come e perché. Costruire un percorso personalizzato ed efficace.