Antidepressivi e disturbi sessuali post-SSRI (PSSD) – Sepolto vivo: la storia di Tony

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Laura Guerra


IMPORTANTE: Gli psicofarmaci possono causare reazioni di sospensione, talvolta includendo reazioni emotive che minacciano la vita e problemi di astinenza fisici.
La sospensione degli psicofarmaci dovrebbe essere eseguita attentamente sotto una collaudata supervisione clinica.

 

Gli antidepressivi possono causare una disfunzione sessuale persistente

(PSSD) anche dopo l’interruzione del trattamento 

La disfunzione sessuale è un effetto collaterale comune degli antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della Serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI) e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita della persona, le relazioni, la salute mentale e il recupero (recovery).

L’incidenza segnalata della disfunzione sessuale associata ai farmaci antidepressivi varia considerevolmente da uno studio all’altro, rendendo difficile stimare l’esatta incidenza o prevalenza. I primi studi davano una bassa prevalenza, anche per la difficoltà di raccogliere i dati su questo argomento spesso considerato uno stigma sociale, mentre le attuali indagini post-marketing riportano percentuali molto più alte, che variano in base al tipo di farmaco usato, al tempo di utilizzazione, al sesso e altri fattori ancora.

I principali problemi sessuali segnalati riguardano la diminuzione del desiderio sessuale, diminuzione dell’eccitazione sessuale, orgasmo diminuito o ritardato, problemi di eiaculazione, ma anche casi di impotenza, mancanza di libido, anorgasmia e problemi emotivi quali anedonia e ottundimento emotivo.

In molti casi le persone ritrovano la loro normale funzione sessuale dopo la sospensione degli antidepressivi. Tuttavia, evidenze indicano che una significativa parte di assuntori possa andare incontro a qualche forma di disfunzione persistente. Si parla in questo caso di Disfunzione sessuale post-SSRI/SNRI (Post-SSRI Sexual Dysfunction, PSSD) e i disturbi possono avere una lunga durata, talvolta indefinita.

In Italia, come in molti altri paesi del mondo, questo disturbo viene ancora poco divulgato dai mass-media in quanto la possibilità della comparsa di disfunzioni sessuali persistenti a seguito dell’uso di un SSRI\SNRI non è ufficialmente riconosciuta dalle autorità della farmacovigilanza (AIFA) perciò non è riportata nei foglietti illustrativi, nelle linee guida e non sono stati diramati bollettini per informare gli specialisti e i medici di famiglia del potenziale effetto collaterale. Questo ha portato molti individui a subire tale effetto collaterale degli antidepressivi senza essere stato informato preventivamente del rischio a cui andavano incontro.

Al momento, i foglietti informativi degli SSRI per i pazienti mettono in guardia sulla possibilità di problemi sessuali a breve termine, ma non riferiscono che possano esserci problemi a lungo termine o che questi possano persistere anche dopo che il farmaco è stato sospeso.

David Healy, professore di psichiatria alla Bangor University e fondatore di RxISK, uno dei maggiori ricercatori in questo campo, nel maggio 2018, con il suo gruppo di ricerca indipendente sugli effetti collaterali dei farmaci “rxisk”, ha pubblicato i risultati di un’indagine su 300 nuovi sospetti casi di disfunzione sessuale persistente a seguito della somministrazione di farmaci, indagando la frequenza e la gravità dei sintomi riportati.

Lo stesso gruppo di ricerca ha inoltre inviato una petizione alle maggiori agenzie governative di farmacovigilanza (tra cui FDA ed EMA) per richiedere l’immediato aggiornamento dei foglietti illustrativi degli SSRI/SNRI affinché includano effetti collaterali sessuali noti da decenni spesso non citati (anestesia genitale, orgasmo senza piacere, anedonia) nonché i danni persistenti alla sessualità.

Come risultato della petizione l’11 giugno 2019 è stata pubblicata la nuova Raccomandazione dell’EMA per i farmaci SSRI ed SNRI in cui è previsto che entro 2 mesi le case farmaceutiche dovranno aggiornare i foglietti informativi specificando che le disfunzioni sessuali in alcuni casi possono persistere dopo la sospensione del farmaco.

Attualmente, non ci sono ancora cure per la PSSD, soprattutto perché la sua eziologia è ancora sconosciuta in quanto i meccanismi alla base del disturbo non sono ancora stati chiariti.

 David Healy afferma:

Alcuni potrebbero non aver collegato i loro sintomi all’uso dei farmaci e gli è stato detto che i loro problemi sessuali sono un segno del ritorno della depressione” e aggiunge:

La mia più grande preoccupazione in questo momento è per gli adolescenti. A così tanti vengono prescritti antidepressivi e potrebbero non sapere mai quale sia la normale funzione sessuale“.

Traduzione dell’articolo:

Buried Alive: Post SSRI Sexual DysfunctionSepolto vivo: Disfunzione sessuale post SSRI

“Nota dell’editore: ho visto il mio primo caso di PSSD 15 anni fa e da allora ho incontrato 10 o più persone che ne erano affette e corrisposto con molte altre. C’è una concordanza impressionante nel quadro clinico di tutti i malati, come riportato in seguito. Non vi è dubbio che i farmaci serotoninergici causano questo effetto che può essere visibile anche dopo una sola settimana di terapia.
La PSSD colpisce uomini e donne e quasi certamente interferisce con lo sviluppo sessuale di alcuni adolescenti trattati con SSRI.

Il dr. Antonei B. Csoka è stato uno dei primi a identificare la PSSD come una realtà clinica. Da allora si sono formati gruppi su questa tematica tra cui SSRIsex su Yahoo e PSSD forum. La comunità degli individui affetti ha esplorato tutte le possibili cure, come gli agonisti della dopamina, il viagra, gli antagonisti della serotonina ed l’utilizzo di sostanze ormonali, ma fino a ora non è stato trovato nessun rimedio efficace. Quando qualche settimana fa abbiamo testato una nuova cura non ancora sperimentata, la gente è venuta volontariamente da luoghi lontani come l’Olanda e il Brasile nella speranza di trovare un sollievo da questa situazione veramente tragica.
Dr. David Healy”

 

La storia di Tony
La mia storia è iniziata nel 2005. Ero sposato e avevo una vita abbastanza normale. Mi sentivo giù ed ero irritabile così ho consultato il mio medico. Mi è stata diagnosticata una depressione e prescritta una dose quotidiana di 10 mg di Cipralex. Ho iniziato a sviluppare gravi effetti collaterali di natura sessuale nel giro di tre settimane, che da quel momento non se ne sono mai più andati. Ho tollerato il farmaco per un paio di mesi, ma poi ho deciso di sospenderlo. Volevo sentirmi di nuovo come un essere umano ed ero preoccupato che se avessi preso il farmaco per un lungo periodo di tempo avrebbe compromesso il mio matrimonio. Avevo perso ogni interesse sessuale. Aspettavo invano che tornasse, ma non accadde. Così mi spaventai. C’era veramente qualche possibilità che il desiderio tornasse?
Soffro di disfunzione sessuale post-SSRI (PSSD) ormai da 7 anni. Quando parlo alla gente della PSSD, non uso mai il termine ‘disfunzione sessuale’. Spiego sempre che la PSSD è una perdita completa della sessualità. Dico alle persone che ho perso la mia identità.

La PSSD provoca molti sintomi invalidanti. Non ho libido, nessuno stimolo, nessun desiderio o stimolo naturale. Non riesco più a ricordare come ci si sente ad essere attratti ed eccitati. So che era una sensazione molto piacevole, ma non la provo più da anni. Il mio è un grave caso di disfunzione erettile e cercare di eccitarmi di solito è inutile e non rispondo agli stimoli sessuali. Provo pochissime sensazioni, non provo veri orgasmi. Non ho fantasie sessuali o sogni erotici. Anzi i miei, in generale, non sono nemmeno più normali. Infatti, la sensibilità dei genitali se n’è andata. Diciamo che quello che ho tra le gambe serve solo per urinare. Quindi un annientamento sessuale devastante, ma la sensazione di isolamento e la mancanza di interesse per la vita in genere che ne segue lo sono altrettanto, se non peggio.

‘IMPOSSIBILE’ SOFFRIRE DI SINTOMI A LUNGO TERMINE?
Ho parlato delle mie preoccupazioni col medico e interpello esperti da molti anni. Ho visto tre medici, due psicologi, un sessuologo e un urologo. Mi sono sottoposto ad alcune procedure spiacevoli e a molti test di laboratorio, tra cui una scansione pelvica e addominale e una cistoscopia. Ho provato il Cialis (trattamento per la disfunzione erettile) e iniezioni di testosterone. Il medico che mi ha prescritto degli antidepressivi ha detto che era “impossibile” soffrire di sintomi a lungo termine causati da SSRI. L’urologo ha completamente ignorato la descrizione cronologica degli eventi.

Ho sentito molte spiegazioni riguardo la mia esperienza. Mi è stato detto che avevo la menopausa maschile. Mi è stato anche detto che stavo lavorando troppo duramente quando avevo un lavoro e poi, quando non avevo più un lavoro, che era colpa dell’essere disoccupato. Mi hanno anche suggerito che avevo bisogno di iniziare una nuova relazione o che la società mi faceva sentire inadeguato e molte altre ragioni. Sapevo che tutte queste spiegazioni erano sbagliate e che non dipendeva dalla mia testa.
Guardo indietro a tutte le mie visite con operatori sanitari e mi viene da ridere – la mia perdita della sessualità è stata attribuita a tutto tranne che alla vera causa.

Mi sentivo veramente solo, nessuno mi ascoltava né poteva aiutarmi. Secondo le persone a cui ho chiesto aiuto io non avevo niente di serio. Uno dei medici suggerì che, anche se i farmaci avessero causato questa condizione, non era poi una cosa così seria come altri effetti collaterali. Vorrei che alcune di queste persone sperimentassero la PSSD per un mese per vedere se tratterebbero la mia situazione con la stessa incredulità e mancanza di empatia. Cercare aiuto per questo problema è stato umiliante ed ha ulteriormente aggravato la sensazione infernale già rappresentata da questa condizione.

Fu così che sia la sfera fisica che emotiva si atrofizzarono ed Il mio matrimonio finì nel 2009. Con la PSSD avevo perso non solo il desiderio e la possibilità di avere rapporti sessuali, ma ero anche diventato apatico ed indifferente a qualsiasi tipo di intimità. Letteralmente non avevo più interesse per alcun contatto fisico ed emotivo. Avevo perso la passione per una persona a cui precedentemente non potevo resistere.
Quelle poche occasioni in cui ho provato a superare di sforzo la situazione sono state degradanti e imbarazzanti.

Eliminare qualcosa di così fondamentale dalla propria esistenza crea inevitabilmente un effetto a catena. In questo, la PSSD non è diversa in quanto provoca una sensazione di impassibilità rispetto alla vita. E così la vita sembra appartenere solo agli altri, come un qualcosa che io osservo ma a cui non partecipo. Mi sento distaccato dal mio vero io, isolato dalla società e distante dalle altre persone. Sono demotivato così come sono incapace di ricercare il piacere; vivo una vita meccanica e senza passione. Senza il desiderio che una volta mi guidava, mi limito ai gesti. Non c’è una vera eccitazione o divertimento, nessuna scintilla o sentimento speciale dentro, non c’è energia nei miei passi – qualcosa di intrinseco alla felicità umana è assente dentro di me. Ho cercato di mettere una maschera di uomo coraggioso e buttarmi nella mischia per quanto possibile, ma non funziona. Vivo da eremita adesso, non voglio ricordarmi di quello che non sono più.

VIVERE UNA BUGIA
La mia sessualità definiva chi fossi, era parte della mia personalità, influenzava il mio modo di esprimermi, di vestirmi, parlare, agire e interagire. Mi guidava, mi permetteva di soddisfare i miei bisogni fisici ed emotivi. Senza di essa mi sento perso, vuoto e privo di senso, come se fossi stato eliminato dal gioco della vita. La mia sicurezza e il mio ego sono stati schiacciati. La PSSD è talmente grave nella sua natura onnicomprensiva che è molto più profonda di un insieme di sintomi. È il pensiero spaventoso del fatto che probabilmente non sarò mai più me stesso e ho momenti di vera paura quando penso a quello che ho perso. Vivere con la PSSD è come vivere una menzogna.
Ho chiesto aiuto al mio medico e sono finito in un posto orribile, un posto che neanche pensavo potesse esistere. Mi hanno dato un farmaco che mi ha rovinato la vita. Il sistema medico ha violato la mia fiducia e il mio corpo.
Hanno approfittato di me durante un periodo di debolezza, e poi mi hanno abbandonato.
“Il sesso non è tutto” – Ho sentito dire tante volte. Beh, la mia sessualità era tutto per me”.

 

Appendice:

In Italia i farmaci antidepressivi SSRI in commercio sono:

 fluoxetina (Prozac, Fluoxeren, Azur, Clexiclor, Cloriflox, Diesan, Flotina, Ipsumor, Xeredien)

sertralina (Zoloft, Tatig, Tralisen)

citalopram (Seropram, Elopram, Felipram, Frimaind, Feliximir, Frimaind, Kaidor, Marpram, Percitale, Return, Ricap, Sintopram, Verisan)

escitalopram (Cipralex, Entact)

fluvoxamina (Dumirox, Fevarin, Maveral)

paroxetina (Daparox, Dapagut, Dropaxin, Eutimil, Sereupin, Seroxat, Stiliden)

dapoxetina (Priligy)

mentre gli SNRI

 venlafaxina (Efexor, Faxine, Zarelis)

duloxetina (Cymbalta, Xeristar)

 

Bibliografia:

Bahrick, A. (2006, September). Post SSRI sexual dysfunction. American Society for the Advancement of Pharmacotherapy Tablet, 7 (3), 2–3, 10–11

Yacov Reisman, Sexual Consequences of Post-SSRI Syndrome, in Sexual Medicine Reviews, 19 giugno 2017

David Healy, Joanna Le Noury e Derelie Mangin, Enduring sexual dysfunction after treatment with antidepressants, 5α-reductase inhibitors and isotretinoin: 300 cases, in International Journal of Risk & Safety in Medicine, Preprint, Preprint, 1º maggio 2018, pp. 1–10

David Healy, Citizen petition: Sexual side effects of SSRIs and SNRIs, in International Journal of Risk & Safety in Medicine, Preprint, Preprint, 1º maggio 2018, pp. 1–13

https://rxisk.org/ema-acknowledges-persistent-sexual-dysfunction-after-ssris-snris/

https://rxisk.org/

Liste di trasparenza e rimborsabilità | AIFA Agenzia Italiana del Farmaco, su www.agenziafarmaco.gov.it. URL consultato il 5 febbraio 2017

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Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Recentemente ha tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici".

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