Marcello Maviglia, psichiatra e specialista in tossicodipendenza, si interessa di problemi di salute mentale nel contesto dei determinanti della salute in generale e dei principi che facilitano il Recovery degli individui.
Astinenza e Kindling: “purgatorio e inferno” – Come evitare i peccati mortali della psicofarmacologia
By Marcello Maviglia e Laura Guerra
Il contenuto di questo articolo è tratto dalla nostra pubblicazione scientifica:
Maviglia M, Hume D, Cooeyate NJ, L. Guerra. Kindling in psychopharmacology: Unveiling an overlooked clinical challenge with significant implications. J Psychol Clin Psychiatry. 2024;15(5):282-290. DOI: 10.15406/jpcpy.2024.15.00793 (1)
Gli interventi farmacologici in psichiatria non sono mirati alle cause della sofferenza psichica, ma hanno soltanto la funzione di sopprimerne i sintomi. Nelle pratiche psichiatriche, quando uno psicofarmaco non dà l’effetto desiderato viene sostituito con un altro psicofarmaco, ma il passaggio troppo spesso viene fatto senza rispettare i tempi necessari per una sospensione e una reintroduzione sicure. Può anche succedere che vengano aggiunti altri psicofarmaci, allo scopo di mascherare eventuali crisi di astinenza o effetti collaterali (2).
Queste procedure disinvolte e sommarie possono creare una enorme sofferenza nella persona sottoposta ai trattamenti, che spesso non viene presa nella dovuta considerazione da parte dello psichiatra o altro medico prescrittore.
Uno dei vari effetti che si possono sviluppare in seguito a queste pratiche è il fenomeno del Kindling o sensibilizzazione neuronale, le cui implicazioni cliniche possono a volte essere devastanti per la persona interessata e anche, in casi estremi, metterne a repentaglio la vita.
Purtroppo, il Kindling viene raramente riconosciuto come tale, con conseguenti potenziali danni al paziente, il quale viene sottoposto a ulteriori cambiamenti di dosaggi o di farmaci nel tentativo di eliminare i sintomi.
Definizione di Kindlingo sensibilizzazione
Il fenomeno del Kindlingo sensibilizzazione neuronale è una condizione neurologica che si presenta in seguito a episodi ripetuti di astinenza da varie sostanze, in particolare sedativi, ipnotici, psicofarmaci, oppioidi e alcol.
Il Kindling consiste nell’esacerbazione progressiva, cioè nell’inasprimento, dei sintomi di astinenza, che si presentano dopo tentativi successivi di sospensione. A causa del Kindling, alcune persone che hanno incontrato poche difficoltà a interrompere l’assunzione di uno psicofarmaco una prima volta, possono avere sintomi di astinenza molto peggiori quando provano nuovamente a toglierlo.
Una volta che il fenomeno del Kindling si è instaurato, quando si reintroduce il farmaco originario o altri farmaci, si possono sviluppare reazioni molto forti e destabilizzanti per il paziente. Questo processo può portare a una maggiore vulnerabilità, a una serie di stress psicologici e fisici, che complicano il percorso terapeutico per i pazienti con problemi di salute mentale e di dipendenza da sostanze.
Quali sono le implicazioni cliniche del Kindling?
Molti medici prescrittori potrebbero non riconoscere pienamente il fenomeno del kindling e di conseguenza gestirlo in modo inadeguato, aggiungendo farmaci nel tentativo di controllarne i sintomi.
Questi cambiamenti nella terapia possono portare a un ulteriore aggravamento dei sintomi e a esiti peggiori ogni volta che i pazienti subiscono modifiche nel dosaggio o interruzioni dei farmaci.
Il kindling, in pratica è una “reazione di attivazione”, che si manifesta con sintomi di sovrastimolazione, come sensazioni di scosse elettriche, ansia, nervosismo, angoscia, panico. inoltre, può insorgere anche l’acatisia, caratterizzata dallo stimolo di muoversi in continuazione per alleviare la sensazione di intensa agitazione che la caratterizza.
In casi estremi, i sintomi del Kindling possono includere episodi convulsivi, psicotici, e anche esiti fatali (3).
Un’ulteriore complicazione è la sovrapposizione del fenomeno del Kindling con quello dell’astinenza. È estremamente importante individuare e riconoscere quale dei due fenomeni si ha di fronte o se sono presenti in contemporanea, in modo da minimizzarne gli eventuali sintomi (4).
Infatti, se si è di fronte a sintomi di astinenza, i protocolli più sicuri consigliano un reintegro del farmaco responsabile fino a raggiungere di nuovo la stabilità emotiva e fisica, per poi ricominciare a scalarlo molto lentamente e gradualmente (2).
Nel caso in cui siano stati ridotti, cambiati o sospesi psicofarmaci e non sia chiara la natura degli eventuali sintomi, è consigliabile tentare una reintroduzione molto piccola del farmaco che era stato sospeso in modo brusco. Se alla reintroduzione i sintomi si attenuano, è probabile che si tratti di sintomi di astinenza, e una ulteriore integrazione può essere fatta nel giro di una settimana per alleviare maggiormente i sintomi.
Se invece alla reintroduzione si assiste a un inasprimento dei sintomi, è probabile che si tratti di Kindling. In questo caso, la reintroduzione di un piccolo dosaggio, anziché l’intero dosaggio precedente alla riduzione, permette di limitare le eventuali reazioni avverse (2).
Nel caso di Kindling si può sviluppare anche una ipersensibilità verso sostanze psicoattive o attivanti, come caffeina, vitamine, alcol, integratori o particolari alimenti, che possono dare reazioni pericolose. Anche in questo caso, se si desidera usare integratori o farmaci per alleviare i sintomi di kindling, è consigliabile provare a introdurre piccolissime dosi di tali alimenti o integratori, in modo da minimizzare eventuali effetti avversi. Se poi la reintroduzione dà effetti positivi, la dose può essere aumentata in un secondo momento.
Il trascorrere del tempo, in molti casi, sembra tuttavia essere la soluzione migliore, per alleviare e superare i sintomi del kindling (2).
L’importanza della consapevolezza del fenomeno da parte dei medici prescrittori
Va sottolineato che i medici prescrittori dovrebbero acquisire una maggiore consapevolezza del fenomeno del Kindling e dei suoi sintomi, in modo da poterli rilevare precocemente e limitarne i danni. L’identificazione dei fattori di rischio, come una storia di eventi di astinenza multipli o l’uso intermittente di determinati farmaci, può aiutare a prevedere e affrontare con successo le potenziali complicazioni. Riconoscendo i segni del Kindling – quali un aggravamento dell’agitazione o sintomi di astinenza prolungati e più complessi – i clinici possono adattare in maniera più ottimale strategie di gestione delle sindromi di astinenza.
Inoltre, un approccio collaborativo che coinvolga vari professionisti sanitari, inclusi medici, terapeuti e specialisti del “supporto tra pari”, è essenziale nella gestione dei diversi fattori associati al kindling. Tale collaborazione consente un intervento terapeutico olistico, che affronta sia gli aspetti medici che quelli psicosociali dei pazienti. Strategie efficaci possono includere la riduzione graduale dei farmaci e un robusto supporto psicosociale.
Bibliografia
(1) Maviglia M, Hume D, Cooeyate NJ. Kindling in psychopharmacology: Unveiling an overlooked clinical challenge with significant implications. J Psychol Clin Psychiatry. 2024;15(5):282-290. DOI: 15406/jpcpy.2024.15.00793