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Quando lo scambio di opinioni cede il passo all’attacco alle persone, il discorso scientifico si esaurise. Il recente attacco a Mat In Italy, come spiegato nell’articolo, ha cercato di discreditare il gruppo e quindi di ostacolarne la funzione principale che consiste nella divulgazione di idee scientifiche spesso ignorate nelle informazioni “main stream”, non di rado condizionate dalle multinazionali della biotecnica e della farmacologia.
MAT IN ITALY non fa gratuita propaganda antipsichiatrica, ma si ispira al modello della “Critical Psychiatry” (Psichiatria Critica), che affronta i temi della salute mentale con spirito critico, mettendone in luce i limiti, le contraddizioni, i condizionamenti e al tempo stesso promuovendo e divulgando approcci basati sul modello psicosociale. (Marcello Maviglia)
La battaglia di Mentana contro i garibaldini di Mat
Nei giorni scorsi il terribile omicidio della dottoressa Barbara Capovani ad opera di un suo ex paziente, Gianluca Paul Seung, ha riacceso i riflettori sui problemi dei servizi di salute mentale e le sue carenze.
A fianco di questo importante dibattito, c’è stato da parte di una psichiatra un attacco diffamatorio al gruppo Facebook Mat in Italy, di cui sono un’amministratrice. L’attacco violento e sconsiderato (vedere screenshot) in cui il gruppo viene accusato di essere la causa dell’omicidio, è stato ripreso in un articolo di Open dal giornalista David Puente e dal suo editore Enrico Mentana, i quali non avendo alcuna cognizione di causa del mondo della psichiatria, hanno attivato con la pubblicazione dell’articolo una serie di reazioni diffamatorie nei nostri confronti.
Che cosa è successo con la pubblicazione dell’articolo diffamatorio?
Dal momento della pubblicazione dell’articolo sono arrivate sul nostro gruppo decine e decine di persone, oltre un centinaio, molte delle quali hanno cominciato a inveire contro di noi in modo rozzo e volgare. Abbiamo dovuto provvedere a rimuovere i commenti ingiuriosi e a bannare molte di esse. La stessa cosa non è invece stata fatta sui profili Facebook di Mentana e Puente, dove molti commenti offensivi, che istigano all’odio, sono tuttora presenti.
Il pretesto delle accuse nei nostri confronti era l’iscrizione dell’autore del gesto al nostro gruppo. Precisando che durante il periodo di appartenenza al gruppo Seung ha avuto un’attività esigua e neutra, ci chiediamo se l’autore dell’articolo Puente e il suo editore Mentana abbiano controllato se questa persona fosse iscritta ad altri gruppi sul tema della salute mentale e se l’appartenenza ad uno di questi sia sufficiente per gettare il discredito.
Di che cosa si occupa Mat in Italy?
Mat in Italy è gruppo di informazione scientifica, incontro e scambio di esperienze tra utenti, familiari e operatori del settore. Mat è collegato a Mad in Italy, portale di informazione scientifica sull’uso degli psicofarmaci, raccolta di testimonianze, traduzione e recensione di libri e altro ancora. Mad in Italy è affiliato a Mad in America, fondato da Robert Whitaker ed è in collaborazione internazionale con la rete MIA global.
L’informazione che Mad e Mat portano avanti da diversi anni riguarda il cambiamento del paradigma di riferimento nel campo della salute mentale. Più specificamente, il nostro impegno è rivolto a promuovere il passaggio dal modello bio-medico od organista a quello psico-sociale.
Per chiarire meglio questo concetto, possiamo brevemente dire, semplificando, che:
- Il modello bio-medico è quello attualmente maggiormente condiviso dalla psichiatria internazionale, che è tornata a considerare, come negli anni ’40 -’50 del novecento, le manifestazioni della sofferenza psichica o psicopatologia come l’effetto di squilibri chimici del cervello, con un’origine genetica e dismetabolica.
In questa ottica, gli psicofarmaci sono visti come riequilibratori di un sistema alterato, molecole cioè che riportano il sistema nervoso alla “normalità”.
- Il modello psicosociale vede invece le espressioni della sofferenza psichica come la risultante di interazioni relazionali, sociali e culturali.
In questa ottica, gli interventi psicosociali e la psicoterapia, se ben condotta con professionalità e non asservita al modello bio-medico, ma in corretta collaborazione con lo psichiatra che può avvalersi in modo oculato di psicofarmaci, possono portare alla Recovery, cioè al superamento della sofferenza psichica o comunque ad una gestione della vita sostenibile e dignitosa.
Quale dei due modelli può essere considerato valido?
Tra i due modelli, quello bio-medico non è supportato da evidenze scientifiche come dimostrato da numerose e recenti ricerche di autorevoli ricercatori, ma la sua diffusione è sostenuta dagli interessi delle case farmaceutiche che con invadenza promuovono l’uso degli psicofarmaci a vita, come “l’insulina per il diabete”.
L’efficacia degli interventi psicosociali ha molte evidenze, ma richiede maggiore complessità di interventi e diversa considerazione degli esseri umani.
Qual è la posizione di Mat e di Mad in Italy sull’uso degli psicofarmaci?
Il superamento del modello bio-medico od organicista e l’adozione del modello psicosociale non significa che gli psicofarmaci non possano essere usati, ma che il loro utilizzo deve essere finemente calibrato e limitato nel tempo, finalizzato al controllo dei sintomi acuti della sofferenza psichica, per lasciare spazio e tempo agli interventi psicosociali.
È infatti dimostrato che l’uso a lungo termine degli psicofarmaci è legato alla cronicizzazione dei disturbi psichici, a cui si aggiungono gli effetti collaterali degli psicofarmaci che abbassano la qualità della vita, oltre alla sua durata, abbreviandola anche di 15-25 anni quando il trattamento è imponente e prolungato.
La nostra attività è rivolta prevalentemente all’informazione relativa al reale potenziale terapeutico degli psicofarmaci, ai loro effetti collaterali, al rapporto rischio/beneficio e alle alternative al trattamento farmacologico.
Spieghiamo ad esempio che gli psicofarmaci non agiscono sulle cause della sofferenza psichica, ma agiscono sul sistema nervoso come sostanze psicoattive, sopprimendone l’attività complessiva e creando un distacco emotivo. In questo modo provocano cambiamenti nella percezione dell’umore, della coscienza e del comportamento. Ciò con importanti conseguenze sulla vita di relazione e dei familiari del paziente. Un esempio che può chiarire il meccanismo d’azione degli psicofarmaci è dato dall’uso dell’alcol per vincere l’ansia sociale.
La nostra informazione ha anche lo scopo di promuovere la creazione di centri per la sospensione sicura degli psicofarmaci, sotto lo stretto controllo di psichiatri, centri che ancora oggi mancano quasi completamente su tutto il territorio italiano e anche estero a seguito della negazione da parte delle case farmaceutiche dei fenomeni di tolleranza e assuefazione che seguono all’uso degli psicofarmaci.
Ancora oggi, nonostante la pubblicazione del libro dello psichiatra americano Peter Breggin, da me tradotto: La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie, gli psichiatri preparati per assistere le persone in questo delicato processo sono pochissimi.
Moltissime persone che cercano di sospenderli senza una corretta assistenza vanno incontro, la maggioranza delle volte, a pericolose crisi di astinenza, che non vengono riconosciute come tali, ma erroneamente diagnosticate come ricadute, col conseguente ritorno al trattamento farmacologico a dosi maggiori delle precedenti e spesso con l’introduzione di nuove classi di psicofarmaci, avviando così il circolo vizioso di un processo di cronicizzazione.
Partendo da queste premesse chiediamo a Enrico Mentana:
Sulla base di quali affermazioni che sono circolate su Mad e Mat in Italy può fare le affermazioni espresse nel suo articolo?
Da un giornalista della Sua statura ci si aspetterebbe maggior attenzione vista anche la delicatezza dell’argomento e il rischio di far passare le persone in sofferenza psichica come criminali pericolosi: non sta facendo un buon servizio alla comunità né dei “pazienti”, né dei familiari, né degli operatori che si impegnano seriamente.
La pubblicazione del suo articolo ha portato molta sofferenza tra le persone iscritte al gruppo, che si trovano giornalmente a fronteggiare situazioni delicate e dolorose.
Siamo consapevoli che la nostra informazione sia “scomoda” in quanto non allineata alla narrazione psichiatrica main stream, ma abbiamo la sensazione di fungere da capro espiatorio per ben altre ragioni e responsabilità!