Gli SSRI, antidepressivi che inibiscono il reuptake della serotonina, interferiscono potenzialmente con la concentrazione della serotonina nelle piastrine, un aspetto di primaria importanza, in quanto la serotonina svolge un ruolo fondamentale nell’aggregazione delle piastrine.
Questo meccanismo potrebbe causare, in pazienti a rischio, l’occorrenza di episodi emorragici soprattutto a carico del tratto gastrointestinale.
La letteratura scientifica degli ultimi anni ha testimoniato, in maniera inconfutabile, il legame tra terapia con SSRI ed episodi di emorragie intestinali.
Tuttavia, l’aumento della percentuale di rischio di emorragie come conseguenza dell’utilizzo degli SSRI, non è stata ancora acclarata con certezza, anche se alcuni studi la attestano circa attorno al 300% rispetto a coloro che non utilizzano questi farmaci.
Uno degli aspetti più importanti da tener presente sono i fattori di rischio che, succintamente, includono individui di età avanzata, coloro che assumo dosi frequenti di aspirina e di farmaci anti-infiammatori non steroidei.
È dunque essenziale che gli operatori sanitari e gli utenti siano consapevoli di questo potenziale effetto collaterale, che può essere senza dubbio evitato.
Aggiungerei, in questo contesto, che non sarebbe inopportuno, per coloro sotto terapia con antidepressivi -SSRI, di sottoporsi ad un semplice esame del sangue nelle feci periodicamente e, in particolare, in presenza di altri sintomi come insorgenza di stanchezza e debolezza, che non fanno parte della storia clinica dell’individuo.
Ovviamente, non voglio spaventare nessuno con queste brevi riflessioni sul soggetto.
In realtà, la maggioranza degli individui sotto terapia con gli SSRI, non svilupperanno episodi di emorragie intestinali. Tuttavia, è senza dubbio essenziale esserne a conoscenza.
Bibliografia
Demian Halperin. Influence of antidepressants on hemostasis. Dialogues Clin Neurosci. 2007 Mar; 9(1): 47–59.