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TSO: Una riforma necessaria per garantire
i diritti fondamentali delle persone coinvolte
Il 2 ottobre 2023, l’Associazione Diritti alla Follia ha organizzato un webinar dal titolo “Sorpresa!? Il TSO è incostituzionale: dialogo su una controriforma”, dove esperti del settore hanno discusso la necessità di una riforma strutturale del Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO).
Il dibattito si è concentrato sull’ordinanza n. 24124 della Corte Suprema di Cassazione che ha sollevato importanti questioni di legittimità costituzionale riguardo al Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), previsto dagli articoli 33, 34 e 35 della Legge 833/1978. Questa decisione è stata accolta con favore da diverse associazioni, in particolare l’Associazione “Diritti alla Follia”, che da anni denuncia l’incostituzionalità delle norme attuali.
L’ordinanza è stata emessa in seguito a un caso specifico in cui una donna sottoposta a TSO ha lamentato di non aver ricevuto tempestivamente né il provvedimento del sindaco né la notifica della convalida da parte del giudice tutelare. Questo le ha impedito di presentare opposizione al trattamento entro i termini previsti. La Corte ha evidenziato che l’attuale normativa non garantisce il diritto all’informazione e alla partecipazione attiva nel processo decisionale per gli individui soggetti a TSO, compromettendo così il loro diritto di autodeterminazione e difesa.
Inoltre la Corte ha richiamato le raccomandazioni del Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa, che ha sollevato diverse critiche significative riguardo alla normativa attuale sul Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) in Italia, evidenziando l’assenza di garanzie per le persone coinvolte e la scarsa trasparenza delle procedure.
L’ordinanza della Corte Suprema rappresenta un passo significativo verso la revisione della legge sul TSO in Italia. Essa non solo riconosce le lacune esistenti nella normativa attuale, ma invita anche a una riforma che possa garantire i diritti fondamentali delle persone sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori.
Michele Capano, presidente dell’associazione, Alessandro Attilio Negroni, professore di Filosofia del Diritto e gli altri relatori, hanno sottolineato come questa sentenza rappresenti un punto di svolta nella giurisprudenza italiana.
L’attuale normativa sul TSO, disciplinata dagli articoli 33, 34 e 35 della Legge 833/1978, prevede che il trattamento sanitario obbligatorio possa essere disposto solo in presenza di specifiche condizioni, che sono le seguenti:
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Presenza di alterazioni psichiche e carattere d’urgenza
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Rifiuto delle cure proposte
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Impossibilità di adottare misure sanitarie extra-ospedaliere: Prima di procedere al TSO, è fondamentale accertarsi che non siano praticabili altre soluzioni terapeutiche che non richiedano il ricovero. Il trattamento sanitario obbligatorio è giustificato solo quando non sia possibile garantire un intervento né in contesti ambulatoriali né a domicilio.
Questa misura deve essere convalidata entro 48 ore dal Sindaco, in qualità di autorità sanitaria, e successivamente dal Giudice Tutelare. Tuttavia, questo processo spesso si traduce in una formalità burocratica, che non sempre garantisce una reale protezione dei diritti delle persone sottoposte a TSO.
Principali criticità:
Mancanza di controlli accurati: Il problema più grande riscontrato nella normativa vigente è la convalida automatica del provvedimento, che non prevede un esame approfondito delle circostanze che hanno portato al TSO.
Scarsa informazione: Spesso le persone coinvolte non ricevono una comunicazione chiara e tempestiva riguardo le ragioni del loro ricovero, e non sono informate adeguatamente sui loro diritti, tra cui la possibilità di presentare ricorso.
Uso diffuso di misure coercitive: La contenzione, sia meccanica che farmacologica, è ampiamente utilizzata nei reparti psichiatrici.
L’Associazione Diritti alla Follia ha avanzato una proposta di legge che mira a correggere le criticità dell’attuale normativa, garantendo una maggiore tutela dei diritti delle persone coinvolte.
Le modifiche proposte:
Notifica immediata e obbligatoria: la persona coinvolta deve ricevere una notifica chiara e immediata del provvedimento di TSO, contenente tutte le informazioni necessarie per poter esercitare il diritto al ricorso. Attualmente, molte persone non ricevono tali informazioni, compromettendo il loro diritto alla difesa. La proposta intende rimuovere questa opacità e rendere l’intero processo più trasparente.
Difesa legale gratuita e obbligatoria: Un altro aspetto innovativo della proposta di riforma riguarda l’introduzione di una difesa legale obbligatoria e gratuita per tutte le persone sottoposte a TSO. Attualmente, la legge non prevede esplicitamente il diritto a una rappresentanza legale, lasciando molte persone senza una tutela adeguata in una fase così delicata. La riforma colmerebbe questa lacuna, garantendo che ogni persona abbia accesso a un avvocato, anche tramite difesa d’ufficio.
Limitazione rigorosa del ricorso al TSO: La riforma punta a limitare l’uso del TSO solo ai casi di reale ed urgente necessità, in linea con l’articolo 54 del codice penale, che prevede lo stato di necessità come criterio fondamentale. Questo rappresenta un cambiamento importante rispetto alla normativa attuale, che consente l’applicazione del TSO anche in situazioni meno gravi, ampliando eccessivamente il ricorso a questa misura.
Udienza dinanzi al Giudice tutelare prima della convalida: Per consentire la partecipazione, nell’ipotesi che venga formulata espressa richiesta in tal senso dall’ interessato o dal suo difensore, l’udienza può svolgersi presso i locali del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC).
Divieto di contenzione: Uno degli obiettivi principali della riforma è l’abolizione della contenzione meccanica e farmacologica. Oggi, purtroppo, la contenzione è ancora una pratica diffusa nei reparti psichiatrici, spesso usata come soluzione immediata per la gestione dei comportamenti delle persone ricoverate. Riguardo alla contenzione, nella proposta si prevede un’esimente di responsabilità per i medici che applicano correttamente questo punto della proposta, per proteggerli da contenziosi legali complessi. Attualmente, i medici non godono di una protezione specifica in questo ambito, esponendosi a possibili ripercussioni legali anche in caso di corretta applicazione della legge, di conseguenza la riforma ha previsto che non può essere colposamente imputato al personale medico e infermieristico alcun accadimento causalmente connesso alle condizioni di libertà del paziente imposte dal presente articolo.
Limite ai rinnovi del TSO: Attualmente non esistono limiti temporali ai rinnovi del TSO, permettendo potenzialmente la detenzione di una persona per periodi prolungati. La proposta di riforma stabilisce che il TSO in nessun caso possa essere rinnovato più di tre volte (riducendo il TSO da una settimana a quattro giorni), per evitare il prolungamento indefinito della misura.
Sorveglianza e monitoraggio nei reparti psichiatrici: Un’ulteriore novità proposta riguarda l’installazione di telecamere di sorveglianza nei reparti di psichiatria. Questo strumento servirebbe a monitorare il rispetto dei diritti umani, garantendo che la privacy delle persone coinvolte venga comunque salvaguardata. Al momento, non esistono controlli visivi obbligatori nei reparti psichiatrici, rendendo difficile monitorare possibili abusi.
Accesso delle Associazioni di tutela: Le associazioni devono poter accedere liberamente ai reparti psichiatrici.
Libertà di Comunicazione: I ricoverati devono avere piena libertà di comunicazione con l’esterno.
Comunicazione al Garante Nazionale: Ogni rinnovo del TSO deve essere comunicato al Garante Nazionale, che includerà nella relazione annuale dati statistici sui servizi psichiatrici e sui ricoveri.
Per chi fosse interessato a saperne di più e visionare il webinar, è possibile visitare i canali social di Diritti alla Follia Facebook e you tube
https://youtu.be/kGgYmXBVSW0?si=8UaRnqkdpb2rrU5P
24124_2024_ORDINANZA INTERLOCUTORIA