Le diagnosi psichiatriche non hanno alcuna validità scientifica

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Laura Guerra

Le diagnosi psichiatriche non hanno alcuna validità scientifica

Le diagnosi psichiatriche non si basano su di un substrato organico e non possono essere fatte o confermate da alcun esame clinico o di laboratorio.

Il DSM (Manuale diagnostico statistico), la Bibbia della psichiatria, si basa unicamente sulla descrizione dei sintomi della sofferenza psichica e sul loro decorso nel tempo, ignorando le reali cause della sofferenza stessa.

L’aumento del numero di “disturbi psichici” da una edizione all’altra del DSM e l’ampliamento dei criteri diagnostici ha fatto sì che sempre un numero maggior di persone venga incluso in qualche categoria diagnostica, fino a raggiungere dimensioni epidemiche, non risparmiando nemmeno i bambini e ragazzi.

Anche in Italia, infatti, il numero dei bambini e degli adolescenti che ricevono una diagnosi psichiatrica è enorme e in molti casi ha come conseguenza il trattamento farmacologico con potentissimi psicofarmaci in età evolutiva

 Il modello più ampiamente usato in psichiatria, in Italia come nel resto del mondo occidentale, è il cosiddetto Modello organicista o bio-medico.

Questo modello prevede che alla base dei sintomi della sofferenza psichica ci siano alterazioni organiche di origine genetica, caratterizzate da squilibri chimici del cervello o alterazioni del neurosviluppo, come viene spiegato ad es. ai genitori dei bambini che ricevono la diagnosi di ADHD (sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività).

L’organicismo poggia le basi sulle teorie di Cesare Lombroso (1835-1909), fondatore dell’antropologia criminale, secondo cui l’origine del comportamento criminale sarebbe insita nelle caratteristiche anatomiche del criminale, che sarebbero diverse da quelle delle persone “normali”. Lombroso sosteneva che l’inclinazione criminale è ereditaria e  quindi si tramanda.. (1)

Anche lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin (1856-1926) è considerato uno dei padri dell’organicismo, avendo dedicato la sua attività scientifica alla ricerca delle basi neurofisiopatologiche che riteneva a fondamento delle psicosi. (2)

Le teorie organiciste della sofferenza psichica vennero ulteriormente rinforzate, nella metà degli anni ’50, con l’introduzione degli psicofarmaci su mercato.

Dall’osservazione dell’effetto che questi farmaci avevano sulle varie manifestazioni della sofferenza psichica si ipotizzò che la loro azione  fosse mirata alle basi organiche dei disturbi. (3)

Secondo questo principio, conoscendo il meccanismo d’azione degli antidepressivi che aumentano la disponibilità di serotonina nello spazio sinaptico, si ipotizzò che la depressione fosse causata da una scarsa concentrazione di serotonina nello spazio sinaptico.

Lo stesso avvenne per le psicosi: sapendo che i neurolettici o antipsicotici agiscono bloccando il legame della dopamina al suo recettore, si ipotizzò che la schizofrenia fosse causata da un eccesso di questo neurotrasmettitore.

Il contrario avverrebbe invece per l’ADHD. Sapendo che gli stimolanti come il Ritalin (metilfenidato) agiscono come la cocaina aumentando la concentrazione della dopamina, si ipotizzò che i comportamenti classificati “ADHD” quali disattenzione, iperattività e impulsività, fossero causati da un difetto di questo neurotrasmettitore. (3)

In realtà, nessuno studio tuttora ha mai confermato la natura organica dei disturbi psichici, come è confermato dalla completa mancanza di esami clinici o di laboratorio che confermino le varie diagnosi psichiatriche.

A luglio di quest’anno, Moncrieff e Horovitz hanno pubblicato l’ennesimo studio che sfata il mito degli squilibri chimici del cervello come base dei disturbi psichici e della loro origine organica, genetica e neurobiologica. (4) (5)

Come sostiene Moncrieff, gli psicofarmaci sono sostanze psicoattive che agiscono indipendentemente dalla natura della sofferenza psichica, per lo più sedando e creando un distacco emotivo dalle cause che la creano. (6)

Un esempio di tale effetto può essere quello dell’alcol per l’ansia sociale: l’alcol non agisce sulle cause dell’ansia e delle altre manifestazioni della sofferenza psichica, che sono relazionali, sociali, culturali, ma la sua azione   provoca  essenzialmente uno stato di rilassamento e ottundimento emotivo. (7)

Nonostante questa mancanza di evidenze scientifiche, il modello organicista resta tuttora in auge in ambito psichiatrico, essendo fortemente sostenuto dalle case farmaceutiche attraverso il controllo della letteratura scientifica specializzata  e della formazione professionale e quella universitaria dei nuovi psichiatri.

Dal canto loro, anche gli psichiatri hanno accolto con favore e continuano a sostenere il modello organicista, in quanto consente di equiparare la psichiatria alle altre branche mediche, dotate di strumenti, tra cui farmaci, per gestire le malattie. Così, come gli internisti possono avvalersi degli antibiotici per combattere un’infezione batterica, anche gli psichiatri, secondo questa visione organicista, avrebbero gli psicofarmaci per fronteggiare la cosiddetta “malattia mentale”. (7)

Dal momento che, come detto, la natura organica dei disturbi psichici non è stata confermata, anche le diagnosi psichiatriche sono senza valore. Le diagnosi psichiatriche danno soltanto un quadro descrittivo dei sintomi avvertiti dalle persone. Come spiega lo psichiatra infantile inglese Sami Timimi:

la diagnosi psichiatrica è come dire che il mal di testa è causato dall’emicrania oppure che l’umore depresso è causato dalla depressione”,

senza indagare le reali cause alla base dell’emicrania o della depressione. (8)

Il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la cosiddetta Bibbia della psichiatria, redatto dall’American Psychiatric Association (APA), associazione psichiatrica americana, ha creato un’enorme serie di categorie diagnostiche di “malattie” psichiatriche.

Il numero dei “disturbi” è andato via via aumentando dalla prima edizione del 1952, che ne raccoglieva 106, alla quinta edizione in cui sono più che triplicati, arrivando oltre ai 370. (9)

Il DSM dà un’aura di pseudoscientificità alla psichiatria in assoluta mancanza di evidenze concrete sulla validità delle diagnosi, in quanto i dati sintomatologici sono descritti a prescindere dal vissuto della persona e sono valutati in base a casistiche frequenziali. Il sintomo, scollegato dal vissuto della persona, dal suo ambiente, dalla sua origine, viene valutato unicamente in base alla frequenza con cui si presenta nella popolazione.

Nell’edizione del DMS III, gli psichiatri ingaggiati per la sua stesura, guidati da Robert Spitzer, hanno lavorato per eliminare qualsiasi teoria eziopatologica (cioè che riguarda l’origine della sofferenza psichica), invertendo la tendenza psicoanalitica del DSM II e concentrandosi unicamente nella descrizione dei sintomi e sul loro decorso nel tempo. (9, 10)

Anche Allen Frances, nella stesura del DSM IV, ha proseguito sulla stessa linea “ateorica” e quindi soltanto descrittiva dei sintomi della sofferenza psichica, senza indagarne le cause. (10)

Spitzer, in un’intervista rilasciata a James Davies, ha spiegato che i disturbi psichici vengono inclusi o respinti nel DSM per alzata di mano dagli psichiatri presenti, in completa assenza di dati scientifici. Spitzer durante l’intervista riporta un aneddoto in cui un disturbo sarebbe stato rigettato in quanto anche uno dei presenti si comportava nel modo descritto e quindi anche lui avrebbe ricevuto quella diagnosi psichiatrica! (9)

Uno dei punti più critici del DSM V riguarda il fatto che il 70% degli psichiatri che costituiva il comitato per la sua compilazione aveva conflitti di interesse con le case farmaceutiche, figurando come portavoce o consulenti scientifici pagati dalle case farmaceutiche stesse. (11)

L’aumento del numero di diagnosi da un’edizione all’altra e l’ampliamento dei criteri diagnostici ha avuto come conseguenza l’arruolamento nei servizi psichiatrici di un enorme numero di persone che non hanno problemi seri, espandendo “radicalmente e sconsideratamente” i confini della psichiatria. (12)

Secondo i nuovi criteri diagnostici, il dolore dopo la perdita di una persona cara, una lieve perdita di memoria negli anziani e i frequenti scoppi d’ira nei bambini costituirebbero disturbi psichiatrici, molti dei quali finiscono poi per essere trattati farmacologicamente. (12)

Già l’uscita del DSM IV, con l’aumento delle categorie diagnostiche e l’ampliamento dei criteri di inclusione, negli Stati Uniti aveva fatto scoppiare tre epidemie di diagnosi (12):

  • ADHD
  • Autismo
  • Disturbo Bipolare

Ovviamente, l’aumento del numero delle diagnosi ha portato ad un astronomico aumento nelle vendite degli psicofarmaci.

Nell’edizione del DSM V del 2013, vengono inoltre definite nuove categorie di “disturbi mentali” (mentale disorder) che riguardano l’infanzia e l’adolescenza, in modo tale che molti comportamenti dei bambini cominciano ad essere considerati vere e proprie “patologie”, causando un’epidemia di diagnosi.

Tra questi il disturbo del comportamento dirompente, il disturbo del controllo degli impulsi e della condotta, il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo esplosivo intermittente, il disturbo della condotta e molti altri comportamenti o manifestazioni emotive come l’umore collerico/irritabile.

In questo modo le reali cause e concause  delle manifestazioni emotive dei bambini e dei ragazzi non vengono più indagate e comprese. Ci si focalizza unicamente sui comportamenti, che vengono considerati vere e proprie patologie, indipendenti dall’ambiente e dalle relazioni familiari e sociali in cui si sviluppano, perdendo in questo modo la possibilità di aiutarli a superare le difficoltà che incontrano.

La conseguenza dell’introduzione nel DSM di queste nuove diagnosi ha portato ad etichettare milioni di bambini in America e in tutto il mondo (o perlomeno di tutto il mondo occidentale) come malati psichici, e al loro trattamento con potenti psicofarmaci.

In Italia il numero di bambini presi in carico dalle neuropsichiatrie infantili sta aumentando vertiginosamente  , anche per le conseguenze delle scelte politiche di segregazione adottate a livello politico per fronteggiare l’epidemia di Covid. I bambini e gli adolescenti valutati secondo i criteri diagnostici del DSM sopradescritti sarebbero 2 milioni circa, rappresentando una percentuale tra il 10 e il 20% dei bambini e dei ragazzi. (13)

Come spiega Antonella Costantino, presidente SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile), che auspica una presa in carico dei bambini sempre più precoce per raccogliere i “segnali d’allarme e saper offrire risposte rapide e appropriate al bisogno”, negli ultimi dieci anni si è assistito al raddoppio del numero dei piccoli “pazienti” seguiti dai servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza che ricevono diagnosi psichiatriche e molti di essi vengono messi in trattamento farmacologico, con potenti psicofarmaci che non hanno un potere “curativo”, ma hanno come unico scopo la sedazione dei sintomi della sofferenza e del disagio , causando allo stesso tempo assuefazione  e molti effetti collaterali a volte invalidanti, come ad es. disturbi cardiaci, il diabete, la discinesia tardiva e molti altri, oltre alla inopportunità di somministrare sostanze psicoattive quando il sistema nervoso è ancora in formazione e in via di sviluppo. (14)

Bibliografia

(1) Scienza in rete. Cesare Lombroso

https://www.scienzainrete.it/italia150/cesare-lombroso

(2) NeuroscienzePsicofarmacologia. Emil Kraepelin, padre della psichiatria moderna

https://lamenteemeravigliosa.it/emil-kraepelin-padre-della-psichiatria-moderna/

(3) Laurence L. Brunton. Goodman & Gilman – Le basi farmacologiche della terapia. Zanichelli editore

https://online.universita.zanichelli.it/goodman-13ed/

(4) Joanna MoncrieffMark A Horowitz. The serotonin theory of depression: a systematic umbrella review of the evidence. Mol Psychiatry. 2022 Jul 20. doi: 10.1038/s41380-022-01661-0

(5)  Laura Guerra. La depressione non è causata da uno squilibro chimico del cervello- Nuova ricerca di Joanna Moncrieff. Mad in Italy. 28 Luglio 2022
https://mad-in-italy.com/2022/07/3927/
(6)  Laura Guerra. Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici – di Joanna Moncrieff. Mad in Italy. 13 Dicembre 2020
https://mad-in-italy.com/2020/12/le-pillole-piu-amare-di-joanna-moncrieff/
(7)  David Healy. Pharmageddon – Eclissi della cura e marketing della medicina. Mimesis Edizioni 2016
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857530246
(8)  Sami Timimi on improving mental health services https://www.youtube.com/watch?v=r7MBwIAmYQw

(9)  Dr James Davies: The Origins of the DMS

https://www.youtube.com/results?search_query=James+Davies+ops

(10)  Patrizia Tombaccini, Tatiana Parma. La storia del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e il DSM-5 (APA, 2013). Psicologia ad indirizzo clinico e dell’età evolutiva. 23 Dicembre 2014
http://www.psicologiatreviso.it/tatiana-parma/la-storia-del-dsm-manuale-diagnostico-e-statistico-dei-disturbi-mentali-e-il-dsm-5-apa-2013/
(11)  Katie Moisse. DSM-5 Criticized for Financial Conflicts of Interest. March 13, 2012
https://abcnews.go.com/Health/MindMoodNews/dsm-fire-financial-conflicts/story?id=15909673
(12)  Allen Frances. Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie. Bollati Boringhieri Editore, 2013
 https://www.ibs.it/primo-non-curare-chi-normale-libro-allen-frances/e/9788833924366
(13) Dal Governo. Iss: in 10 anni raddoppiato il numero di giovanissimi seguiti nei servizi di neuropsichiatria. Sanità 24. 11 Maggio 2022
https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2022-05-11/iss-10-anni-raddoppiato-numero-giovanissimi-seguiti-servizi-neuropsichiatria-155929.php?uuid=AE88ZzXB&refresh_ce=1
(14) Laura Guerra. La sospensione degli psicofarmaci, un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie. Md in Italy, 24 Giugno 2019
https://mad-in-italy.com/2019/06/la-sospensione-degli-psicofarmaci-un-manuale-per-i-medici-prescrittori-i-terapeuti-i-pazienti-e-i-loro-familiari/
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Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Recentemente ha tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici".

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