Strategie di sopravvivenza in famiglia

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Susanna Brunelli

         Opera di Susanna Brunelli

Strategie di sopravvivenza in famiglia

Quando una persona viene coinvolta da un problema familiare non può fare a meno di riflettere su cosa si smuove dentro di sé, in quanto parte del sistema relazionale.

Spesso ci si focalizza sulla persona sintomatica, ma lavorare sulla propria percezione e trovare strategie di sopravvivenza porta a una migliore soluzione, per sé stessi e per i componenti del proprio nucleo familiare

Devo fare un balzo al 1980, quando mia sorella maggiore aveva 20 anni. 20, sempre questo numero che mi accompagna: 20 ottobre la mia data di nascita, 20 ottobre la morte di mia mamma, 20 anni con lo stesso uomo, 20 anni nello stesso posto di lavoro, finito tutto nell’anno 2000, il 20 settembre 2017: la partenza di mio nipote Federico…20, 20, 20…

All’esordio dei disturbi psichici di Mara, mia sorella maggiore di tre anni, è partito un processo di cambiamento nella mia famiglia. Dopo un periodo di psicosi, ora so che si chiama così, la conversione di mia mamma ad un movimento cristiano evangelico ha fatto sì che la situazione rientrasse e mia sorella iniziò anche lei a frequentare la chiesa.

Io avevo 17 anni e lungi da me entrare in contesti pseudo-religiosi, però devo ammettere che questa è stata una strategia, se vogliamo chiamarla così, di sopravvivenza, che ha funzionato per diversi anni. La fede di mia mamma ha coinvolto tutti noi della famiglia, e per quanto mi riguarda mi ha raggiunta molti anni dopo.

Per questo devo veramente ringraziarla in quanto, attraverso il suo cambiamento, ha modificato lo stile di vita della famiglia. Mio papà invece, da muratore duro come il calcestruzzo, continuò a usare la sua di strategia. Anche a lui mando i miei grazie, per il motivo che mi ha trasmesso il suo modo ironico di vedere le cose, molto meno spirituale ma altrettanto efficace.

È doveroso da parte mia riconoscere una parte di loro in me e, oltre ad avermi fatto il dono della vita, mi hanno trasmesso anche cose belle e buone.

Quindi, fin qui fede e ironia

Purtroppo, dopo un lungo periodo di pausa di circa 16 anni, il disagio di Mara riapparse. Evidentemente si era risvegliata una sua ferita interiore. Senza entrare nei particolari, la fede di mia mamma non risultò più così efficace, troppa sofferenza, troppa preoccupazione e un bimbo piccolo da accudire, il figlio di mia sorella.

L’ironia di mio papà e la sua capacità di gestione si affievolirono e anche per lui il troppo peso, la troppa sofferenza, l’età che avanzava, le forze che venivano meno si fecero sentire.

Io ero già sposata e fuori casa, ma il coinvolgimento della mia famiglia di origine fece sì che mi facessi carico di tutto, anche dell’affido di mio nipote Federico, che aveva tre anni e mezzo.

L’altra mia sorella di tredici anni meno di me aveva una vita propria e quindi non particolarmente e consapevolmente presente; lo fece dopo a distanza di anni, ma questa è un’altra storia.

Personalmente, vedendo che le cose non cambiavano e andavano verso la cronicizzazione della situazione di mia sorella, ho dovuto rafforzare la mia cassetta degli attrezzi e integrarla con nuovi strumenti.

Ho iniziato a pensare che la Fede e l’Ironia, dovevano essere integrate con la conoscenza e l’informazione che è diventata formazione. Ho iniziato a leggere libri sullo scopo della vita, come gestire le emozioni e le situazioni, (rabbia, frustrazione, senso di impotenza, tristezza, paura di non farcela)… corsi di formazione e crescita personale, ecc…

La lista è molto lunga, ne ho fatte veramente tante di cose a partire dall’anno 2000. La mia vita è letteralmente cambiata e anch’io insieme a lei.

Le associazioni sono di gran supporto

Le varie associazioni a cui mi sono rivolta mi hanno aiutata a capire e affrontare le situazioni che via via si presentavano.

C’è stata quella dell’affido familiare (Movimento gruppo famiglia), quella dell’Alzheimer, (a mia mamma venne l’Alzheimer) dei Famigliari delle persone con disagio mentale… giusto per indicare le più significative.

Cercare dei punti di riferimento che aiutino ad affrontare le situazioni difficili, condividere i sentimenti comuni, permette di non sentirsi soli ed isolati è molto importante, secondo me.

Poi, io ho usato e uso tutt’ora i miei talenti: guai se non avessi la creatività, il senso pratico, la curiosità, la voglia di conoscere, formarmi e informarmi, la scrittura, la pittura, la musica, la cucina, tutte cose che alzano il mio tono emozionale.

Mi confronto con molte persone di ogni estrazione sociale, età e razza e questo mi permette di rimanere aperta mentalmente. Uso molto Internet, che mi ha aperto un mondo.

Il legante di tutto questo, però, è sempre stata la fede: credere che tutto sia possibile!

La preghiera è una pratica costante, ma non può mancare l’azione

Senza azione, non c’è fede che tenga. Se non si crede a quello che si fa non si possono cambiare le cose, il ché conduce ad una soluzione positiva o a dover cambiare la percezione delle cose. Chiedersi il perché accadono certe cose è utile all’introspezione, ma secondo me meglio chiedersi cosa si può fare: imparare ad accettare senza forzare gli eventi, ma nello stesso tempo cercare soluzioni o modificare il proprio dialogo interiore.

Una cosa che ritengo fondamentale inoltre è che ogni persona coinvolta in un sistema familiare disarmonico, lavori soprattutto su sé stessa in relazione a ciò che vive.

Personalmente ho imparato che o cambi la situazione, se è possibile, o cambi la percezione che hai di quella cosa e questo non deve interferire sulla vita della persona interessata e nelle decisioni altrui, che non bisogna forzare gli eventi con le proprie paure, ansie e preoccupazioni.

Perchè dico che la fede è importante?

Perché predispone al bene e permette di fidarsi e affidarsi, di rivedere il proprio dialogo interiore, cosa ci si racconta, quali parole si usano e il tipo di espressioni ed esternazioni. Il logos, l’uso appropriato della parola è estremamente importante: occorre modificare i termini che si usano, perché il potere della parola è forte, sia nel bene che nel male.

Ecco perché ho iniziato a studiare La Parola di Dio, che non ha niente a che vedere con il bigottismo religioso, ma piuttosto con la parte più intima, nascosta e profonda del cuore, una relazione intima e in connessione con l’invisibile che si manifesta nel visibile attraverso le azioni e l’accettazione.

È necessario cambiare modo di pensare, rinnovare la propria mente, cambiare modalità di approccio verso gli accadimenti. Una sorta di trasformazione, la vita insegna, dà lezioni anche molto difficili da imparare.

Io credo che la vita sia perfetta anche nella sua imperfezione, tutto ha il suo perché, tutto ha uno scopo. Dico sempre che la vita non ti dà quello che vuoi ma ti da quello di cui hai bisogno per capire ed evolvere.

Infine, uso molto anche la strategia del non prendermi troppo sul serio, faccio spesso uso dell’ironia e dell’autoironia, e rido, perché la risata che per me è molto terapeutica, ridere fa bene a tutti.

In Sintesi

  • Fede/preghiera/meditazione
  • Ironia/autoironia/risata
  • Utilizzo dei propri talenti; Arte in generale, scrittura, pittura, lettura, musica, cucina, teatro… = CREATIVITA’
  • Curiosità
  • Senso pratico
  • Informazione
  • Formazione
  • Conoscenza
  • Relazioni sane di ogni genere età e razza
  • Modificare il modo di pensare
  • Utilizzo della parola prestando attenzione al dialogo interiore, rinnovamento della propria mente, dello spirito e dei pensieri
  • Utilizzo adeguato di internet
  • Accettazione
  • Alfabetizzazione emotiva, consapevolezza emotiva di sé (intelligenza emotiva)
  • Dormire
  • Un buon stile di vita
  • Prendersi cura di sé
  • RIPOSO, FEDE e AZIONE

IN PRATICA: CHI NON SI FORMA SI FERMA, chi non si adatta ai cambiamenti lentamente muore

E’ BENE PARLARE DI SOLUZIONI E DI STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA, SECONDO ME!

Susanna Brunelli

Susi.brunelli@gmail.com

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Il mio nome è SUSANNA, dal 1963, ma sono rinata il 18 marzo 2019. La mia vita è ricca di episodi e di esperienze gioiose, ma anche molto tristi e drammatiche. Non c'è bene o male, giusto o sbagliato, ma solo ciò che evidentemente serviva per portarmi dove sono ora. Da molti anni conosco l’ambiente psichiatrico, prima come familiare, poi, per un periodo relativamente breve ma intenso come l’inferno, ho vissuto un'esperienza come diretta interessata. Tutto il resto lo racconto a chi mi vuole leggere o ascoltare oppure conoscere personalmente. Il mio motto è: TUTTO E’ POSSIBILE !

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