Che stress questi ansiolitici! – BENZODIAZEPINE

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Laura Guerra

Che stress questi ansiolitici! – BENZODIAZEPINE

Le benzodiazepine sono farmaci molto attraenti per la loro rapida azione e funzionano bene per gli usi per i quali vengono adottate. Agiscono rapidamente provocando rilassamento, sollievo dall’ansia e favorendo il sonno, ma dopo breve tempo creano forte dipendenza e tolleranza.

Il loro uso deve perciò essere limitato nel tempo

Le benzodiazepine (BDZ) sono usate per trattare ansia e insonnia, per il rilassamento muscolare, come anticonvulsivanti, come premedicazione nelle operazioni chirurgiche e nel trattamento post-operatorio e per contrastare gli effetti avversi di altri farmaci. (1)

Sono assunte anche illecitamente da molti tossicodipendenti per aumentare lo sballo prodotto da una droga (2) e per la dipendenza da alcol.

Sono farmaci molto attraenti per la loro rapida azione e funzionano bene per gli usi per i quali vengono adottate. Agiscono rapidamente provocando rilassamento, sollievo dall’ansia e favorendo il sonno, ma dopo breve tempo creano forte dipendenza e tolleranza. Questo significa che non si può fare a meno di assumerle e bisogna aumentare le dosi per avere l’effetto desiderato, anche fino a dosaggi altissimi. (2)

Durata dell’effetto desiderato

Le BDZ perdono la loro efficacia iniziale ipnoinducente (capacità di indurre il sonno) dopo circa due settimane e l’effetto ansiolitico dopo circa 4 mesi dall’inizio dell’assunzione. (3)
Dopo questi periodi l’efficacia diminuisce gradualmente fino a scomparire, ma restano la dipendenza e gli effetti collaterali. (3)

Per questo, il loro uso dovrebbe essere limitato all’occorrenza e, come indicano i foglietti illustrativi, non si dovrebbero superare le 2-4 settimane. Breggin suggerisce di assumerle per non più di qualche giorno per volta, alternando frequenti periodi di non assunzione. (4). Molti clinici e pazienti con esperienza sono d’accordo con questo approccio.

Classificazione delle BDZ in base alla loro emivita

Le benzodiazepine possono essere classificate in base alla loro emivita, cioè al tempo richiesto per dimezzare la loro concentrazione nel sangue. (3)

Vengono quindi classificate in

BDZ a lunga emivita: (superiore alle 48 ore) come EN, Valium, Prazene

BDZ a emivita media: (compresa tra 24 e 48 ore) come Roipnol e Mogadon

BDZ a breve emivita: (inferiore alle 24 ore) come Xanax, Lexotan, Tavor

BDZ a brevissima emivita: (inferiore alle 10 ore) come Esilgan, Halcion, Serpax e Minias

Meccanismo d’azione delle BDZ

Le BDZ, come le altre classi di psicofarmaci, non hanno un’azione specifica sull’ansia o l’agitazione, ma provocano una globale soppressione della funzione cerebrale.

Agiscono potenziando l’effetto del GABA, il neurotrasmettitore inibitorio più importante del sistema nervoso dei mammiferi, che controlla l’eccitabilità di tutte le aree del sistema nervoso. Le BDZ aumentano le proprietà sedative, ipnotiche ansiolitiche, anestetiche, anticonvulsivanti e miorilassanti del GABA. (5)

Effetti collaterali delle BDZ

Durante l’assunzione, le BDZ possono provocare una sedazione eccessiva, compromettere la vigilanza, la coordinazione muscolare. Inoltre, possono causare sonnolenza, atassia, difficoltà di concentrazione, ipotonia, vertigini, capogiri, confusione mentale, ed aver un impatto sostanziale sulle risposte emotive, e sulla funzione cardiaca, per citarne alcune tra gli effetti più importanti (3).

La sedazione eccessiva con conseguenti disfunzioni cognitive si manifesta più frequentemente negli anziani, aumentando in questo modo il rischio di cadute e quindi di fratture. Ancora più frequentemente negli anziani, possono causare episodi di confusione accompagnata da episodi di vagabondaggio notturno. La guida e altre attività che richiedono un’attenzione particolare possono essere pericolose sotto l’effetto delle BDZ per le loro proprietà sedative.

Come parte dei disturbi cognitivi, le BDZ causano amnesia e per questa proprietà vengono usate come premedicazione prima degli interventi chirurgici. Semre in quest’ambito possono anche  causare turbe della memoria e creare problemi nell’acquisizione ed elaborazione di cose nuove. (3).

Effetto paradosso

Le BDZ possono esercitare un effetto disinibente, reazioni comportamentali anomale e a volte indurre alla violenza persone che normalmente non hanno questo tipo di comportamenti. Questi effetti si manifestano in modo particolare ai cambiamenti del dosaggio, sia in aumento che in diminuzione. (4)

Tutte le benzodiazepine possono provocare insonnia, incubi, ansia, agitazione, rabbia, ostilità, irritabilità, aggressività, allucinazioni e psicosi.

Breggin indica lo Xanax come la BDZ più prescritta e anche più pericolosa sotto questo punto di vista, poiché esercita un notevole effetto incantesimo (6), specificando che l’uso in associazione a un antidepressivo SSRI si presenta come una combinazione frequente in casi di mania, suicidio, violenza e omicidio.  (4)

Dipendenza

Tutte le BDZ provocano dipendenza, sia psicologica che fisica, dopo poche settimane o mesi di uso, ma quelle a breve emivita (es. Xanax, Minias) possono dare crisi di astinenza anche tra una dose e l’altra (astinenza interdose). (3) Chi assume questo tipo di BDZ per dormire, ad es., si può svegliare al mattino in uno stato d’ansia e agitazione che passa soltanto all’assunzione della dose del mattino. Sotto questo punto di vista è più sicuro usare le benzodiazepine a lunga durata d’azione (lunga emivita), come il Valium, perché non danno astinenza interdose.

A causa dell’effetto incantesimo del farmaco, di solito le persone non attribuiscono questi stati di ansia e agitazione all’astinenza al farmaco, ma pensano che si tratti di un peggioramento del disturbo per il quale avevano iniziato l’assunzione del farmaco.

Le BDZ più potenti come Xanax, Tavor e Rivotril danno una maggiore dipendenza. (3)

Perché sospendere le benzodiazepine? Effetti del trattamento a lungo termine

Superato il periodo di beneficio, come effetti del mal funzionamento cronico (CBI), l’uso a lungo termine delle BDZ è legato a un aumento dei disturbi della memoria, dell’ansia, amnesia, a una intensa depressione, difficoltà a imparare cose nuove, problemi di concentrazione, ottundimento emotivo, (4) compromissione cognitiva con sintomi simili al Disturbo di Alzheimer (7) che contribuiscono ad abbassare la qualità della vita delle persone e a creare difficoltà sul lavoro e nella vita sociale.

A livello neurologico, l’uso a lungo termine è stato correlato anche a un aumento della probabilità di sviluppare la demenza (8) e l’atrofia cerebrale (4).

Per l’effetto incantesimo del farmaco (anosognosia da intossicazione) (6), le persone non si rendono conto dell’entità delle loro perdite fino alla sospensione del farmaco, ma la maggior parte dei pazienti che hanno assunto per periodi prolungati benzodiazepine, ritengono di sentirsi meglio dopo averne cessato l’uso.

La psichiatra inglese Eather Ashton scrive:

“Molti pazienti hanno rilevato che nel momento in cui hanno smesso di assumere le benzodiazepine si sono accorti di aver vissuto, durante tutti gli anni di abituale consumo, ad un livello inferiore rispetto alle loro reali capacità. Era come se una tenda o un velo fosse stato alzato dai loro occhi: lentamente, a volte improvvisamente, i colori sono apparsi più vivi, l’erba più verde, la mente più lucida, le paure svanite, l’umore migliorato e un maggiore vigore fisico”. (3)

Sintomi di astinenza

L’interruzione brusca o troppo veloce del trattamento, specialmente se si tratta di alti dosaggi, può provocare acuti sintomi di astinenza come (3):

SINTOMI PSICOLOGICI
Eccitabilità (nervosismo, inquietudine)
Insonnia, incubi, altri disturbi del sonno
Aumento dell’ansia, attacchi di panico
Agorafobia, fobia sociale
Distorsioni percettive
Depersonalizzazione, derealizzazione
Allucinazioni, percezioni falsate
Depressione

Aggressività
Ossessioni
Pensieri paranoici
Collera, aggressività, irritabilità
Difficoltà di memoria e concentrazione
Ricordi intrusivi
Capricci, invidie (raramente)

SINTOMI FISICI
Emicranie (mal di testa)
Dolori/rigidità – (braccia-gambe, schiena, collo, denti, mascella)
Formicolio, intorpidimento, percezione alterata – (braccia-gambe, faccia, tronco)
Debolezza (“gambe molli”, “gambe che tremano”)
Affaticamento, sintomi simili a quelli dell’influenza
Contrazioni muscolari, scatti, tic, sensazioni di “scosse elettriche”
Tremori
Capogiri, stato confusionale, mancanza di equilibrio
Occhi irritati o asciutti, disturbi di vista
Tinnito
Ipersensibilità – (alla luce, al suono, alle sensazioni tattili, gustative, olfattive)
Disturbi gastrointestinali – (nausea, vomito, diarrea,
stipsi, dolore, gonfiore addominale, difficoltà ad inghiottire)
Cambiamento nell’appetito e/o del peso
Bocca asciutta, gusto metallico in bocca, alito cattivo
Vampate di calore, sudorazione, palpitazioni
Affanno
Disturbi urinari, problemi mestruali
Eruzioni cutanee, prurito
Convulsioni (raramente)

Sospensione delle BDZ: come fare?

Essendo l’effetto principale delle benzodiazepine quello ansiolitico, come conseguenza, quasi tutti i sintomi acuti relativi alla loro sospensione riguardano la componente ansiogena.

Il Manuale di Ashton, una delle fonti più autorevoli per la sospensione in sicurezza delle benzodiazepine, dà tutte le indicazioni per una sospensione sicura che, indicativamente, prevedono riduzioni del 10% della dose in uso ogni 4 settimane, in cui la dose deve essere ricalcolata ad ogni riduzione (3). Così, ad es., se si assumono 100mg di farmaco la prima riduzione sarà a 90mg, dopo quattro settimane 81mg, dopo altre quattro settimane 73mg e così via. Molti altri parametri, riportati nel manuale, devono essere tenuti in considerazione per evitare spiacevoli effetti collaterali.

Bibliografia

(1) Connor G. BoundsG, NelsonV.L. Benzodiazepines. StatPearls Publishing; 2022 Jan. 2021 Nov 14.

http://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29261973/

(2) O’brienP. Benzodiazepine use, abuse, and dependence. J Clin Psychiatry 2005;66 Suppl 2:28-33.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15762817/

(3) Ashton E. Le benzodiazepine: come agiscono e come sospenderne l’assunzione Il Manuale di Ashton

https://benzo.org.uk/itaman/sommario.htm

(4)  Breggin P.R. La sospensione degli psicofarmaci, un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie. Fioriti editore 2018

https://mad-in-italy.com/2019/06/la-sospensione-degli-psicofarmaci-un-manuale-per-i-medici-prescrittori-i-terapeuti-i-pazienti-e-i-loro-familiari/

(5) Duke N. Evidence That Sedative Effects of Benzodiazepines Involve Unexpected GABA A Receptor Subtypes: Quantitative Observation Studies in Rhesus Monkeys. J Pharmacol Exp Ther 2018 Jul;366(1):145-157. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29720564/

(6)  Effetto incantesimo del farmaco (anosognosia da intossicazione)
https://mad-in-italy.com/2019/07/effetto-incantesimo-del-farmaco-anosognosia-da-intossicazione/
(7)  Yaffe K. Benzodiazepines and risk of Alzheimer’s disease. BMJ 2014.349:g5312
doi: https://doi.org/10.1136/bmj.g5312
(8)  Kurlawala Z. Diazepam Toxicity Presenting as a Dementia Disorder. J Alzheimers Dis. 2018;66(3):935-938.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30400100/
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Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Recentemente ha tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici".

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