- La lezione è finita: la scuola dell’innovazione e altri deliri - 22 Agosto 2024
La lezione è finita: la scuola dell’innovazione e altri deliri
Ringrazio Mad in Italy per questa possibilità che mi offre di portare l’attenzione sulle problematiche legate alla scuola che, troppo spesso, passano sotto traccia, permettendo a un sistema infido e malevolo di agire indisturbato sulle generazioni future
La scuola italiana, sull’onda di ciò che accade alle scuole del resto d’Europa, soprattutto dei paesi nordici, sta subendo una trasformazione totale. Non è più la scuola delle conoscenze e delle abilità, ma è diventata luogo di progettualità vuota e insensata, di iniziative aliene dal percorso educativo e didattico, di indottrinamento e propaganda di valori lontanissimi da quelli della nostra pregevole e unica tradizione culturale.
La medicalizzazione della scuola, seguita all’ introduzione della legge 170/2010 sull’inclusione e la valorizzazione dei percorsi riservati agli alunni con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia), è stata il cavallo di Troia per piegare insegnanti e didattica all’occasionalità, allo sfilacciamento delle conoscenze, per isolare bambini e ragazzi in iter personalizzati che separano i gruppi classe, per alleggerire, in nome di una “inclusione” tutta da rivedere, le proposte didattiche, ridotte ai minimi termini, pasticciate da una didattica falsamente innovativa, confuse e sempre meno in grado di fornire conoscenze solide e ad ampio raggio.
Altresì si sta agendo sulla formazione degli insegnanti, portando a livelli mai visti un iter denso nella forma e nei tempi di acquisizione dei “crediti” necessari all’insegnamento, ma vuoto nei contenuti e nel fornire strumenti realmente efficaci per il lavoro quotidiano con gli alunni.
Parallelamente si agisce sulla precarizzazione del personale docente, facendo in modo di allontanare le menti più brillanti dalla scuola e attirando verso l’insegnamento quegli individui rigettati dai percorsi lavorativi più disparati e che si riversano nella scuola come ultima spiaggia, quindi demotivati, impreparati, disposti a tutto per uno stipendio sicuro e senza alcuno slancio né consapevolezza verso l’insegnamento.
La scarsa conoscenza della psicologia dell’età evolutiva e del funzionamento della mente di bambini e adolescenti, delle dinamiche relazionali e affettive legate all’apprendimento e, in generale, della psicologia dei gruppi, danneggia gli alunni e sfocia, spesso, nei casi di cronaca ormai frequenti in cui gli insegnanti scatenano rabbia e aggressività in alunni e genitori, creando una situazione al limite, incandescente e fuori controllo.
La situazione è drammatica e, nell’indifferenza generale, cresciamo generazioni di alunni deboli in ogni senso e sofferenti, che non saranno in grado di affrontare nessuna delle sfide del futuro.
Silvia Contangelo