Evviva si torna a scuola! E le mascherine?

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Miriam Gandolfi

Evviva si torna a scuola! E le mascherine?

Mascherina e museruola diventano sinonimi

Finalmente la montagna ministerial/governativa ha partorito il topolino. In realtà già asfittico prima ancora di iniziare a zampettare!

Il 19 agosto 2022 il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha comunicato, tramite la direttiva Nr. 1998, le nuove norme di comportamento in materia di contrasto al Covid-19. Il documento è un capolavoro di ambiguità, cosa a cui siamo stati abituati in questi quasi tre anni e che è degna della comunicazione psicotica di più alto livello.

Dato il mio lavoro di psicoterapeuta di formazione sistemico-connessionista, l’uso dell’ambiguità nella comunicazione è il mio pane quotidiano e mio compito è saperla riconoscere e tradurre, per aiutare “il matto” ad uscirne.

Come si capisce se una comunicazione è pericolosamente ambigua? La prima caratteristica e elemento principe è l’indecidibilità. I maestri zen la chiamano koan, ovvero “cosa vuol davvero dire il messaggio?” Qualche esempio? “Sei l’amore della mia vita, ti amo così tanto che è meglio se ci lasciamo!”, oppure: “Per me il rispetto degli altri è fondamentale, perciò prendi pure le tue decisioni senza preoccuparti se io ne morirò!”

Ma veniamo al messaggio del nostro amabile (quando lo si ascolta si arricciano i muscoli pellicciai come quando si succhia un limone!) ministro: “Non è più previsto l’obbligo vaccinale per il personale, ma solo per motivi tecnico-sanitari”, ma il ministero potrà comunque, entro il 31 dicembre, prendere altre misure se lo riterrà opportuno.

Ma la perla di ambiguità degna di ricevere l’etichetta di “schizofrenogena” (cioè che genera la schizofrenia, ovvero fa andar fuor di testa il mal capitato) è quella relativa all’uso della mascherina Ffp2. Nella direttiva si legge che rimane ”l’utilizzo delle mascherine Ffp2, per personale scolastico e alunni che sono a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19”. Ovvero per i cosiddetti “soggetti fragili”.

DOMANDE: 1) ma chi sono questi benedetti fragili? 2) chi li definisce? 3) devono arrivare a scuola con un certificato di fragilità? 4) I medici, quelli scienziati e ricercatori veri, hanno dimostrato e spiegato in lungo e in largo che le mascherine peggiorano il rischio di ammalarsi. Perfino Matteo Bassetti a luglio, quando criticava anche le vaccinazioni sotto l’ombrellone, ha dichiarato con enfasi “Io sarò il difensore di bambini e ragazzi se vorranno ancora imporvi le mascherine!” quindi a che scopo? 5) Di quale fragilità stiamo parlando? È sempre stato che se sei malato o hai un bimbo malato si sta a casa! 6) Allora forse stiamo parlando di fragilità psichica visto l’aumento esponenziale di diagnosi psichiatriche e segnalazioni dei bambini a psicologi e neuropsichiatri infantili? Dunque qual è il vero messaggio che la direttiva vuol farci arrivare?

Sempre grazie al mio lavoro so che l’ambiguità è un modo per dire ad alta voce ciò che non si può dire esplicitamente, ma serve comunque a far arrivare il messaggio silenziosamente. Basta giocare sugli aspetti simbolici, appunto ambigui, perché multisemantici, delle parole.

Ecco allora che è tutto chiaro: la mascherina è l’equivalente del campanello con cui Pavlov condizionava i suoi cani. Basta evocarla per ricordarci che dobbiamo essere obbedienti. Il punto non è proteggere i fragili, ma zittire coloro che dissentono. Allora ecco che mascherina e museruola diventano sinonimi. Ma “mascherina” è più consono al politically correct. Altro paravento ambiguo per far passare qualsiasi nefandezza.

 

Immagine: quadro-trappola di Daniel Spoerri

Articolo di Miriam Gangolfi, già pubblicato su ORA X il 20 Agosto 2022 

https://orax.me/blog/forum_art_det.asp?id=72&estrai=tutto&20/08/2022%2023:51:50

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Si laurea in Psicologia nel luglio 1976 presso l'Università di Padova e da subito di occupa di temi di integrazione e contrasto alle istituzioni segreganti, ambito che resterà sempre di suo maggior interesse. Infatti nel settembre 1976 accetta di lavorare per il neocostituito Centro Spastici di Bolzano che dopo alcuni anni diventerà il Servizio Provinciale Specialistico per la Riabilitazione dei Neurolesi e Motulesi, occupandosi del superamento delle scuole speciali e degli istituti per adulti incluse le strutture manicomiali. Completa la sua formazione presso il reparto di psicosomatica della Clinica Pediatra dell'Universita di Innsbruck ( 1977) dove si avvicina all'approccio sistemico alla malattia mentale, noto poi come Milan Approch. Proseguirà e concluderà la sua formazione in questo indirizzo a Milano, nel periodo 1980- 1985 divenendo, nel momento della sua fondazione, membro e didatta della Società Italiana di Ricerca e Terapia Sistemica (S.I.R.T.S.). Dal 1999 al 2018 è docente presso l' Istituto Europeo di Terapia Sistemo-relazionale di Milano.( EIST riconosciuta MIUR nel 2001). Lascia il Servizio pubblico nel 1992 mantenendo attività di formazione e supervisione per vari servizi socio-sanitari pubblici e docenze a contratto universitarie. Dal 2020 è docente a contratto presso l'Universita di Bergamo per il corso di Alta Formazione sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Dal 1992 è co-titolare del Centro di Psicologia della Comunicazione e dell'Officina del Pensiero ( Bolzano e Trento) dove svolge e coordina attività di ricerca in particolare nell'ambito di autismo, DSA e ADHD , temi su cui ha prodotto pubblicazioni. Si è sempre impegnata anche per valorizzare la categoria professionale degli Psicologi assumendo la carica di Segretario provinciale del sindacato degli psicologi prima della costituzione dell'Ordine Professionale (1989) è poi quella di primo presidente dell'Odine Provinciale Provincia Autonoma di Bolzano. Dr. Miriam Gandolfi Psicologa psicoterapeuta Bolzano/Trento www.officinadelpensiero.eu 0471/261719

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