Siamo persone, non contenitori di medicine – Il momento della visita di controllo

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Susanna Brunelli

L’articolo di Susanna Brunelli pone in risalto aspetti fondamentali tra utente e psichiatra, mettendo in risalto sfaccettature che spesso  vengono ignorate. 

Ci auguriamo che venga letto con la dovuta attenzione e che sviluppi interventi e riflessioni utili ad arricchire il senso di dignità e indipendenza dell’utente che affronta con senso di grandissima  responsabilità il proprio percorso di recovery. (NDR)

 

Siamo persone, non contenitori di medicine – Il momento della visita di controllo

By Susanna Brunelli

Premessa

Credo che molti, affetti da sintomi della sofferenza psichica cronicizzati si possano identificare in questa riflessione che deriva dalla mia esperienza personale, ma anche dall’ascolto di altre esperienze: “siamo persone non contenitori ” 

SIAMO PERSONE, NON CONTENITORI DI MEDICINE – IL MOMENTO DELLA VISITA DI CONTROLLO

Quando vai a fare la visita di controllo, corri il rischio di non trovare il medico della volta precedente, quello che magari ti aveva fatto una buona impressione e avresti voluto proseguire con lui o lei. Invece, nelle aziende ospedaliere, a meno che scegli di pagarne uno in libera professione, la probabilità è incerta e puoi avere la sorpresa di trovare qualcuno che deluda le tue aspettative.

Per quanto mi riguarda, la situazione è delicata. Mi chiedo “Chissà se è un dottore o una dottoressa, se è giovane o ha molta esperienza, se è sorridente o serio/a, se è bravo o  cerca solo di  svolgere il compito diligentemente, facendosi un’idea leggendo l’anamnesi che si trova sul PC, ancora prima di rivolgerti la parola; mi chiedo cosa vede, chi vede,  come mi vede, quanto mi vede, Maaa… MI VEDE ?

Chissà quanto  la valutazione è personale, professionale, tecnica,  generale, mirata, olistica o… solamente basata sui sintomi o le manifestazioni del corpo e/o del comportamento?

Ehi tu che mi guardi dalla tua postazione  che separa le nostre anime, ti chiedi  come posso vivere la mia patologia? Se l’ho accettata? Se mi fa paura? Cosa desidero per me? Cosa mangio, cosa penso, cosa scrivo, come vivo, in cosa credo, in chi credo, quali sono i miei sogni e i miei desideri, cosa temo, chi temo, di chi mi fido, chi mi da fiducia, cosa mi fa piacere, quali sono le mie emozioni, le mie motivazioni, i miei sentimenti, le mie percezioni, le mie aspettative, la mia volontà, la mia predisposizione, i miei talenti, il mio umore…

Se sono felice, se qualcosa mi preoccupa, se sono sposata o single, se ho figli, che tipo di lavoro faccio, se mi piace il mio lavoro, se ho un lavoro!!! Se mi piace scherzare, se mi piace la vita o vedo tutto grigio, come mi relaziono con me stessa e con gli altri, chi frequento, chi mi sta attorno, cosa e chi mi stressa, cosa e chi mi stufa, cosa mi stanca, cosa mi annoia, cosa mi fa arrabbiare, cosa mi da gioia…

Si, perché tutto questo ha a che fare con il mio disagio, perché oltre alle “malattiefisiche esiste anche la sofferenza psichica.

Se tieni conto di tutti questi fattori allora secondo me sei un bravo medico, al di là dei farmaci che prescrivi, così mi metti nelle condizioni di essere meno critica, più ricettiva e collaborante.

Io che faccio fatica a fidarmi dei dottori

E io? Chi penso e credo di avere davanti a me?

Prima di tutto una persona, poi, un medico, ma anche sicuramente un figlio/a, una moglie, un marito, un genitore… insomma, un essere umano, quindi in quanto tale gli devo  rispetto.

OK, mi metto nei panni della persona che mi trovo davanti, so che è una visita medica e non un colloquio di lavoro o un incontro amoroso ma, per come la vedo io, una cura efficace deriva dal fatto che deve nascere anche un rapporto di fiducia.

Le due anime si devono incontrare sullo stesso piano, quindi… anch’io devo fare la mia parte, devo imparare ad esprimermi bene, a chiedere nel giusto modo: in modo gentile ma determinato,  pretendere che mi vengano spiegate le cose che non capisco prima di firmare un consenso informato.

Chi è lo psichiatra?

Di certo qualcuno che ha il potere di influenzare la mia vita!

Spesso non ci sono alternative e ti senti dire “Questo è quello che devi prendere, ma se vuoi puoi anche fare a meno” oppure “Questo è quello che devi prendere, il dottore sono io…” “Se non accetti rischi il TSO, lo facciamo per tuo bene”, “È un salvavita, lo dovrai assumere per sempre…”.

Il dubbio di un subdolo ricatto si insinua nei pensieri che mi assalgono.

Sento qualcosa di sospeso nell’aria: “Avrò detto tutto quello che dovevo dire? Ho chiesto tutto quello che dovevo chiedere? E se poi accetto questa cura e mi pento? E se invece ha ragione? Ma… mi sono spiegata bene? Avrà capito? E se la finissi di farmi le “pare” e mi fidassi?”

Ma guarda dottore che non ce l’ho con te, non farne un fatto personale se il mio sistema rettile scatta come un serpente a sonagli. Io penso a me, al cambiamento che devo subire, con la possibilità di migliorare, ma anche di avere effetti indesiderati e avversi alla cura o di peggiorare la situazione già complicata.

La cosa è certa , VOGLIO STARE BENE! 

Mi vuoi aiutare ?

Susanna BI.

Contatto e-mail: [email protected]

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Il mio nome è SUSANNA, dal 1963, ma sono rinata il 18 marzo 2019. La mia vita è ricca di episodi e di esperienze gioiose, ma anche molto tristi e drammatiche. Non c'è bene o male, giusto o sbagliato, ma solo ciò che evidentemente serviva per portarmi dove sono ora. Da molti anni conosco l’ambiente psichiatrico, prima come familiare, poi, per un periodo relativamente breve ma intenso come l’inferno, ho vissuto un'esperienza come diretta interessata. Tutto il resto lo racconto a chi mi vuole leggere o ascoltare oppure conoscere personalmente. Il mio motto è: TUTTO E’ POSSIBILE !

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