Il riconoscimento ufficiale dei Peer Specialists (esperti per esperienza) compromette il loro ruolo?

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Marcello Maviglia

Dall’articolo già pubblicato su Mad in America

Does Official Recognition of Peers Undermine Their Work?

Il ruolo degli specialisti tra pari nell’ambito dell’assistenza gestita dal Medicaid (assistenza pubblica americana): Preoccupazioni espresse da un peer specialist di grandissima esperienza ed attivista del movimento del Recovery nel New Mexico.

Gli esperti per esperienza o Specialisti alla Pari (Peer Specialists) sono individui che hanno esperienza individuale con il disagio emotivo e hanno completato un corso di formazione per assistere coloro che soffrono a causa di disagio emotivo. I loro interventi contribuiscono a migliorare l’autostima, la stabilità psicologica e aiutano a nutrire la certezza che è possibile sviluppare un percorso terapeutico che soddisfi i bisogni reali degli individui.

Negli ultimi anni, gli Specialisti alla Pari sono stati ufficialmente riconosciuti come figure essenziali dal Medicaid, dalle compagnie di assicurazione coinvolte nella gestione del Medicaid stesso e da altre istituzioni coinvolte nella gestione, nella integrazione e nel coordinamento dei servizi sanitari.

Tuttavia, questo progresso così notevole è, in realtà, solo una faccia della medaglia. Con il riconoscimento istituzionale arriva anche il rischio della perdita di identità. Infatti, il riconoscimento del ruolo ufficiale degli Specialisti alla Pari da parte del Medicaid potrebbe minare la natura stessa dei loro interventi, trasformandoli in un ibrido di principi di Recovery (il significato del termine è spiegato nel corso dell’articolo) e interventi di stampo clinico, strutturati dall’impalcatura burocratica della medicina “mainstream”.

Il risultato potrebbe consistere nello smarrimento dell’identità e delle funzioni degli Specialisti alla Pari.

Questo articolo propone l’apertura di un dialogo sulla necessità di mantenere il modello originale del Recovery come proposto originariamente dagli Specialisti alla Pari.

Il ruolo dello specialista alla pari

Sebbene il movimento del Recovery includa una varietà di approcci, il ruolo dello Specialista alla Pari ha acquisito molta importanza poiché ha prodotto risultati promettenti e concreti.

Il modello si basa sui principi del Recovery, essenzialmente diversi da quelli adottati dalla professione medica. Quest’ultima considera la “malattia mentale” e le diagnosi come entità croniche che interferiscono con la capacità dell’individuo di gestire diverse situazioni, con la messa in atto della flessibilità necessaria per adattarsi a nuove circostanze e, in sostanza, con la possibilità di rinnovarsi.

Tuttavia, l’esempio di molti individui che hanno seguito il cammino del Recovery ci dimostra che coloro che hanno una storia di disagio emotivo, comunemente etichettato come malattia mentale, possono superare le difficoltà che incontrano e ricostruirsi un percorso di vita mirante a raggiungere obiettivi in cui si riflettono i propri bisogni e le proprie ambizioni.

Il Recovery, essenzialmente, significa coltivare un senso di speranza, sviluppare una contezza sia delle proprie capacità che degli ostacoli, assumere un ruolo di protagonisti nella gestione della propria vita, promuovere e mantenere un profondo senso di autonomia, di identità personale e sociale. Per raggiungere questi obiettivi, gli individui, durante il loro percorso di Recovery, riconoscono l’importanza di liberarsi dai vincoli concettuali del modello medico-biologico, che sostanzialmente considera il disagio emotivo come una condizione cronica da cui è impossibile guarire.

Gli Specialisti alla Pari assistono gli altri nel formulare i propri obiettivi; danno consigli per lo sviluppo, per l’apprendimento e la pratica di strategie non ancora testate; comunicano speranza e al tempo stesso la necessità di confrontarsi con la realtà; infine, aiutano col monitoraggio dei progressi conseguiti durante il percorso di Recovery.

In questo contesto, incoraggiano l’input individuale su come affrontare con successo gli ostacoli verso una qualità di vita migliore. Tutto questo è fondamentale per un proficuo percorso di Recovery.

Quindi, il disagio emotivo non è visto come un disturbo biologico cronico, ma come uno stato essenzialmente “fluido” che può essere modificato e superato in diversi modi, a seconda delle esigenze individuali.

Utilizzando queste competenze, gli Specialisti alla Pari hanno contribuito enormemente al miglioramento dei servizi di salute mentale.

Infatti, sono particolarmente efficaci nel prevenire episodi di ricoveri ospedalieri, di riospedalizzazione, di crisi acute, oltre che nel promuovere un senso di speranza e di auto-efficienza.

Inoltre, la loro capacità di stabilire legami solidi con gli altri, condividendo anche storie personali e strategie particolari per affrontare gli aspetti più critici della esperienza quotidiana, è una delle ragioni principali del loro successo. È necessario ribadire che assistono l’individuo a nutrire speranza ed ottimismo riguardo la possibilità di un miglioramento della qualità della vita.

Esistono differenze fondamentali tra gli interventi degli Specialisti alla Pari e i trattamenti psichiatrici e psicologici. Queste non possono essere ignorate se si vuole sostenere  il loro ruolo di assistenza agli individui con disagio emotivo.

Non possiamo ignorare, ad esempio, che la relazione tra lo Specialista alla Pari e l’individuo con una storia di disagio emotivo è essenzialmente egualitaria. Si relazionano, appunto, come pari, condividendo esperienze, approcci e strategie su come affrontare le sfide della vita.

È quindi radicalmente diversa dal rapporto tradizionale tra il medico e il paziente, basato sul modello bio-medico, in cui l’individuo ricopre il “ruolo del malato” ed è essenzialmente considerato come “entità passiva”, come “soggetto da curare”. Sebbene gli operatori sanitari siano diventati meno inflessibili, la differenza tra i due approcci rimane sostanziale.

È risaputo che, non di rado, gli utenti si lamentano degli atteggiamenti condiscendenti ed elitari degli operatori sanitari. Tuttavia, al di là delle critiche, forse è necessario ribadire che gli Specialisti alla Pari non anelano ad essere “clinici” nel senso tradizionale, ma sono aperti a sostenere e “bilanciare” il lavoro degli operatori sanitari.

Inoltre, il ruolo degli Specialisti alla Pari è divenuto fondamentale per un’erogazione efficiente dei servizi di salute mentale. Infatti, l’accesso ai servizi è piuttosto complicato a causa di diversi fattori, tra cui mancanza di risorse e stigma.

Questo problema è stato amplificato dall’epidemia di Covid-19, che ha causato moltissimo disagio emotivo e ha messo in luce le carenze del sistema sanitario. Il supporto degli Specialisti alla Pari, durante l’epidemia in corso è certamente una risorsa preziosa per coloro che non possono accedere ai servizi di salute mentale.

Grazie alla loro efficienza, negli ultimi anni, gli interventi degli Specialisti alla Pari sono diventati parte integrante del sistema sanitario. Il riconoscimento del loro contributo è arrivato da numerose entità, tra cui la “Substance Abuse and Mental Health Services Administration” (Agenzia che si occupa di Tossicodipendenza e di Salute Mentale) e la “American Psychiatric Association” (Associazione di Psichiatria Americana). Infatti, si può avere accesso a questi servizi di supporto in ogni stato tramite la copertura sanitaria del Medicaid.

Preoccupazioni per l’integrazione del ruolo del pari

Quanto detto finora darebbe l’impressione che gli Specialisti alla Pari abbiano trovato un ruolo indipendente e di rispetto nell’ambito del sistema della salute mentale americano.

Tuttavia, diversi Specialisti alla Pari, che lavorano nel New Mexico, hanno espresso molti dubbi sul futuro del loro ruolo nel sistema della salute mentale. Queste perplessità potrebbero combaciare con quelle dei loro colleghi a livello nazionale.

Donald Hume, uno Specialista Alla Pari di grande esperienza e una delle autorità nel campo del Recovery nello stato del New Mexico, ha descritto con molta chiarezza i problemi che gli Specialisti alla Pari stanno affrontando nel New Mexico. Donald ha affermato che, da quando è stato formalizzato, il loro ruolo viene minacciato continuamente dall’imposizione di un ibrido che inserisce il Recovery nella ottica di un modello medico/aziendale.

Inoltre, ha sottolineato che agli Specialisti alla Pari sarà richiesto di adeguarsi progressivamente alle categorie diagnostiche ed ai relativi codici di fatturazione per gli interventi effettuati. Quindi, saranno costretti a conformarsi agli approcci clinici tradizionali invece di ispirarsi ai principi del Recovery, guidati dalla “esperienza di vita” sia degli Specialisti Alla Pari che degli utenti.

Senza dubbio, questi sviluppi interferiscono con i principi del Recovery, che nutrono la speranza legittima sulle possibilità di migliorare la qualità della vita. È molto probabile, purtroppo, che il “linguaggio” del Recovery, sarà riassorbito o mescolato con il “linguaggio” della medicina.

Questo, inevitabilmente, sposterà l’attenzione dal raggiungimento di un “equilibrio esistenziale”, alla mera identificazione e al miglioramento dei sintomi della “malattia mentale”.

Il modello del Recovery degli Specialisti alla Pari, in realtà, è già stato integrato con altri, come quello “degli operatori comunitari”*. Questo ha creato una gran confusione. I corsi di formazione per le due discipline, offerti in New Mexico, condividono lo stesso codice etico e le stesse funzioni essenziali e sono un chiaro esempio della tendenza a consolidare le due discipline.

Inoltre, sebbene gli Specialisti alla Pari siano inclusi in diverse modalità di trattamento nel New Mexico (per esempio, strutture di trattamento ambulatoriale in cui si somministrano farmaci o basate sul modello di astinenza da farmaci e droghe; centri di accoglienza e per il welfare), sono spesso visti ancora come lavoratori volenterosi ma di basso livello, il cui ruolo essenziale è quello di “tenere a bada” i pazienti.

Negli anni precedenti, sono state sviluppate nuove iniziative per regolamentare ulteriormente la categoria degli Specialisti alla Pari, con l’obiettivo di istaurare una supervisione clinica più stretta del loro operato e di sviluppare un protocollo per fatturare i servizi che offrono. Queste iniziative sono state promosse, essenzialmente, dalle compagnie di assicurazione che gestiscono il sistema sanitario del Medicaid.

Queste ultime, promuovendo protocolli nuovi, stanno cambiando progressivamente l’essenza del ruolo degli Specialisti alla Pari. Un individuo che lavora come “operatore di supporto comunitario” verrà anche remunerato meglio, ma finirà col perdere quell’approccio spontaneo e naturale e quelle abilità che caratterizzano il lavoro degli Specialisti Alla Pari come un punto di riferimento essenziale in un percorso di Recovery.

Molti Specialisti alla Pari si stanno rendendo conto che i cambiamenti proposti dalle compagnie di assicurazione e da vari enti statali e federali, rappresentano l’inizio di una ineluttabile involuzione verso un modello burocratico del Recovery, che non mette più in risalto l’importanza della “esperienza di vita”.

Come affermato da uno dei Pari, “C’è un pericolo intrinseco nella perdita dei principi fondamentali su cui si è costruito il ruolo degli Specialisti alla Pari. Mentre ci stiamo abituando alle complessità burocratiche della documentazione, alle lunghe liste dei codici di fatturazione e alla stesura di piani terapeutici, stiamo anche abbandonando quel modello “spontaneo e personalizzato”, basato sul principio di mutuo supporto.

Quindi, l’essenza stessa del ruolo degli Specialisti alla Pari potrebbe essere alterata e ridotta a un ibrido, sotto la supervisione di medici che aderiscono alle regole e ai protocolli imposti dalle compagnie di assicurazione. Una delle conseguenze più disastrose è che gli individui (utenti) che vogliono aderire ad un piano di Recovery vero e proprio, e non essere coinvolti con il sistema “mainstream” di salute mentale, saranno potenzialmente privati ​​di questa fonte preziosa di supporto.

Questo cambiamento nei ruoli e nelle funzioni degli Specialisti alla Pari potrebbe risultare particolarmente dannoso per gli “stati di frontiera” come il New Mexico, che hanno problemi consistenti di accesso ai servizi di salute mentale.

Inoltre, dato che non potrebbero esserci risorse alternative al Medicaid per i servizi degli Specialisti alla Pari, le cliniche e le entità che praticano nel campo del Recovery   avranno due opzioni: o accettare i nuovi orientamenti e le nuove disposizioni, o cercare di sopravvivere senza i fondi del Medicaid, mettendo, così, la propria sopravvivenza ad altissimo rischio.

In conclusione, secondo Donald Hume e altri suoi colleghi del New Mexico, questo slittamento verso il modello medico ha la potenzialità di minare i principi fondamentali del Recovery. Senza la possibilità di applicare i principi fondamentali del Recovery, gli Specialisti alla Pari perderanno quegli elementi essenziali che li rendono così efficaci.

Le testimonianze su citate dovrebbero essere seguite da un sondaggio a livello nazionale, che esplori le opinioni degli Specialisti alla Pari sulle modifiche in corso riguardo il loro ruolo e le loro funzioni nell’ambito del Medicaid.

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*Operatori Comunitari: Individui che assistono gli utenti a superare gli ostacoli che incontrano nella loro interazione con il sistema sanitario americano. A differenza degli Specialisti alla Pari, non hanno necessariamente esperienza individuale con il disagio emotivo.

Bibliografia

Does Official Recognition of Peers Undermine Their Work? Marcello MavigliaAshley Charzuk & Donald Hume

Does Official Recognition of Peers Undermine Their Work? – Mad In America

Amministrazione dei servizi di abuso di sostanze e salute mentale. Competenze fondamentali per i lavoratori tra pari. https://www.samhsa.gov/brss-tacs/recovery-support-tools/peers/core-competencies-peer-workers

Jeffery L. Ham. (2009). Modello medico contro modello di recupero: un’analisi dell’approccio al trattamento del dipartimento di salute mentale del CS.

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