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Vi propongo un dialogo immaginario tra un Paziente Psichiatrico e uno Psichiatra Socratico, per riflettere assieme su un modello molto diffuso in Psichiatria, quello Bio-Psico-Sociale, e sulla possibilità di cambiare punto di vista. La prima volta in cui ne ho sentito parlare, fu nel corridoio che andava verso la stanza dell’allora Primario e mi intrattenni con un neurologo, colto in verità, che a lungo ha utilizzato l’elettroencefalografia per sostenere le sue competenze di psichiatra, al cospetto del popolo…
I due personaggi rappresentano due modi di affrontare l’oggetto della Psichiatria, che è il dolore umano. Lo Psichiatra, che definisco Socratico, utilizza il Dialogo, del quale Socrate rappresenta l’esempio per antonomasia, per entrare in contatto con l’altro e attraverso questo comprendere e affrontare le ragioni della sofferenza. Egli sostiene di prendersi cura di Persone e non di Pazienti.
Psichiatra Socratico
Gentile “Paziente Psichiatrico”, vorrei parlarti del Modello Socio-psico-biologico. Non suona meglio di Bio-Psico-Sociale?
Paziente Psichiatrico:
Il problema non è la definizione di un disagio ma il disagio stesso.
Psichiatra Socratico:
La definizione determina la cura, la cura cristallizza l’idea di Malattia che si ha… non è così semplice.
Paziente Psichiatrico:
Non sono d’accordo. Non è la definizione il mio problema… fosse solo quello… cosa vuole che sia. Ma i sintomi di questa patologia, le conseguenze devastanti, i cambiamenti radicali nello stile di vita, del proprio ruolo nella società.
Psichiatra Socratico:
Intanto i sintomi sono “soggettivi”. Sa che vuol dire “soggettivo”?
Paziente Psichiatrico:
Infatti esiste una diversità ad esempio tra bipolarismo di tipo 1,di tipo 2 e ciclotimia… questa è già una distinzione in base alla sintomatologia… ogni paziente è diverso… ovvio… ma il tipo di manifestazione sintomatologica accomuna tutti in base alla diagnosi.
Ripeto il mio problema non è una diagnosi ma le conseguenze che questa patologia ha portato nella mia vita.
Psichiatra Socratico:
Le ho fatto una domanda e Lei mi risponde con una diagnosi, da cui deduco che sto parlando con una diagnosi.
Paziente Psichiatrico:
La definizione definisce dei sintomi non una cura.
Quella non esiste.
Psichiatra Socratico:
La domanda era: cos’è il soggetto?
Io con chi sto parlando, cioè?
Paziente Psichiatrico:
Il soggetto è l’individuo e quindi?
Il litio ad esempio serve a prevenire fasi acute gravi, non a curare… quindi a me poco importa quale sia la definizione del disagio… mi ha aiutato solo a conoscere la patologia, a studiarla, a capirne i sintomi, a cercare di mantenere le manifestazioni sottosoglia.
Già una definizione
Psichiatra Socratico:
Le potrei dire che moltissimi problemi derivano da questa definizione.
Paziente Psichiatrico:
Forse per altri soggetti. Sicuramente non per me. I miei problemi ripeto sono causati da altro non da una definizione.
Fossi stato “classificato” come bipolare e i miei sintomi fossero stati sempre sottosoglia, avrei continuato la mia vita tranquillamente, senza farmi troppi problemi al riguardo. Le difficoltà e le conseguenze devastanti sono arrivate per l’aggravarsi negli anni della sintomatologia non di certo per una diagnosi.
Psichiatra Socratico:
No, mi scusi, lei è un soggetto ma è un altro soggetto. Quindi non è un individuo?
Paziente Psichiatrico:
Individuo e soggetto sono due sinonimi!
Psichiatra Socratico:
Mi perdoni, un soggetto non è anche parte di una Comunità?
Paziente Psichiatrico:
Sì e allora?
Psichiatra Socratico:
Allora il Soggetto è sia un Individuo che parte di una Comunità, quindi i due termini non sono sinonimi in quanto il soggetto ha almeno due significati.
Paziente Psichiatrico:
Sinonimo di soggetto: individuo, entità, elemento, persona.
Psichiatra Socratico:
Quindi sono quattro sinonimi, per cui individuo è uno dei quattro. Molto bene, abbiamo fatto un importante passo avanti. Lei è individuo, entità, elemento, persona.
Conclusione
Il Paz. Psichiatrico dunque si considera come un individuo malato, da curare farmacologicamente, scotomizzando la complessità del soggetto.
La proposta dunque di un cambiamento del modello con cui si approccia il disagio psichico, comporta la possibilità di riproporre la centralità del soggetto nella costruzione del cambiamento attraverso il Dialogo.