Recensione del libro “Dal disturbo bipolare si può guarire”
Autore: Giovanni Castaldo
Nel suo libro, Giovanni Castaldo ci narra la propria esperienza di disagio emotivo con il disturbo bipolare, che si risolverà, attraverso un percorso di “Recovery” frastagliato e denso di emozioni ed esperienze, nel raggiungimento di un equilibrio psichico ed esistenziale senza l’utilizzo degli psicofarmaci.
Più in dettaglio, la narrazione si articola attraverso dinamiche familiari, sociali, interazioni con le forze dell’ordine, esplorazioni di temi spirituali, episodi di Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), che si ripetono in modo incessante e vorticoso e che trovano la loro soluzione nella psicoterapia, con la scoperta delle proprie capacità di “Recovery” (recupero, “guarigione”).
È, in sostanza, una storia di guarigione dal disturbo bipolare, non intesa in senso prettamente medico, ma globalmente esistenziale.
Il protagonista ristabilisce un equilibrio emotivo e sociale gestendo il proprio disagio emotivo con lo sviluppo di un percorso psicoterapeutico basato sulla rielaborazione delle proprie esperienze traumatiche. Pertanto, in questa cornice, Giovanni, afferma solennemente come le cause del disturbo bipolare non vadano cercate negli squilibri chimici, ma nel vissuto dell’individuo e nelle sue esperienze traumatiche, che possono generare confusione rabbia e senso di isolamento dal contesto familiare e sociale.
Contrariamente a quanto affermato dalla psichiatria, Giovanni dimostra che attraverso un percorso di psicoterapia e di Recovery è possibile liberarsi dagli psicofarmaci.
In conclusione, l’esperienza di Giovanni è emblematica del percorso di Recovery: un percorso cioè globalmente individuale, non prefissato e costretto nella angustia del modello biomedico, ma un percorso in cui nascono e si sviluppano autodeterminazione, speranza, inclusione sociale ed un significato rinnovato della stessa esistenza.
Seguono alcuni estratti del libro:
“Fasi depressive e maniacali dai 16 in poi. Psichiatrizzato dai 21 ai 25 anni! Fuga dalla famiglia, dal paese e dagli psichiatri a 26 anni. A 32 anni sospensione del Litio, inizio di un percorso di psicoterapia della gestalt durato circa 10 anni. Ecco come mi sono salvato! Se stessi ancora in mano ad uno psichiatra, sicuramente a quest’ora non starei a raccontarvi la mia vita, se ancora avessi avuto una vita”.
“Sia la spinta maniacale che quella depressiva sono sempre guidate dalla paura.
La paura di non farcela attiva la depressione quando si subisce l’evento che ci spaventa, mentre diventiamo maniacali quando reagiamo all’evento.
Unico limite è che questa reazione non la decidiamo noi razionalmente, ma avviene in modo istintivo ed è determinata dai codici biologici memorizzati nel nostro cervello”.
“Il disturbo Bipolare come tutte le psicosi ha a che fare con le paure.
Per guarire bisogna portare a galla le paure. La paura non è una malattia, e dire che le persone che soffrono di disturbi psichici siano malati immaginari, che soffrono di paure irrazionali, non corrisponde al vero.
Qualsiasi paura è sempre associata ad un trauma che è stato rimosso nell’inconscio”.
“Quando ci sentiamo impotenti di fronte ad una situazione cadiamo in depressione. La depressione è tanto più forte quanto più grave è l’evento che ci schiaccia, che ci fa sentire impotenti e ci provoca una grande rabbia. Questa rabbia è così forte che non riusciamo ad esprimerla. La depressione in effetti è rabbia repressa. Quando non ne possiamo più di sentirci impotenti e schiacciati da una situazione che non possiamo cambiare, che ci fa sentire angosciati, può succedere che la nostra mente crei uno stato di potenza fittizio, uno stato alterato in cui ci si sente il padre eterno, come reazione di fuga dall’angoscia e dalla disperazione di uno stato di impotenza che ci fa sentire depressi”.
“Con grande rammarico ho potuto constatare che sono veramente pochi quelli che guariscono dalle psicosi ed il motivo è evidente.
La paura alla base dei disturbi psichici deve essere superata, non soffocata con gli psicofarmaci.
Chi soffre di psicosi, da protocollo, è destinato alla psichiatria e chi va dallo psichiatra difficilmente guarisce.
Lo psichiatra ti imbottisce solamente di psicofarmaci.
Naturalmente questo non è un invito a dismettere i farmaci, cosa che va fatta in sicurezza e sotto osservazione medica, ma ad usarli con oculatezza nelle fasi acute e per situazioni gravi. Per guarire bisogna portare alla luce i traumi. I farmaci a lungo andare cronicizzano i disturbi ed avvelenano il nostro organismo”.
“Eliminare la causa del disturbo è la migliore terapia, la più potente, richiede però coraggio e non tutti sono disposti a compiere questo passo.
Non si può restare nel fuoco sperando di non bruciarsi. Non abbiamo bisogno di pillole per guarire, abbiamo bisogno di ascolto, comprensione e di amore. Tutto questo la psichiatria non ce lo può dare e quindi non serve. La psicoterapia potrebbe servire”.
“Le cause del disturbo bipolare vanno ricercate non in un presunto squilibrio chimico, peraltro mai dimostrato, ma nella vita della persona, negli eventi traumatici che ha vissuto e che gli hanno alterato la visione della realtà, creando in lei un forte sentimento di svalutazione che la porta a difficoltà relazionali con l’altro sesso e con i suoi pari nel gruppo”.
“Un buon paziente senza un bravo terapeuta è come un bravo calciatore senza un buon allenatore.
Auguro a tutti voi di trovare un bravo terapeuta come è successo a me. Un uomo semplice, onesto e di cuore. A lui ed a mia moglie ho dedicato il mio libro dal Disturbo bipolare si può guarire”.
Di seguito l’anteprima del libro:
https://documentcloud.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:666705ea-d29b-4ae8-9a91-90a00b4e071e