Disturbi specifici (della relazione) di apprendimento
Questo libro affronta un tema di attualità e urgenza: l’aumento esponenziale dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Cosa sta succedendo ai cuccioli d’uomo del XXI secolo? Perché stanno progressivamente e rapidamente perdendo la loro abilità di apprendere a leggere, scrivere e a far di conto e sono travolti da un’epidemia di deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD), patologia nella maggior parte dei casi diagnosticata in associazione ai DSA?
I report annuali del Ministero evidenziano un incremento delle diagnosi di DSA del 408,4% negli ultimi dieci anni, a fronte di un calo dell’8,9% della popolazione studentesca con un sempre maggior incremento del problema anche a livello universitario. Se dopo dieci anni dall’entrata in vigore della legge nr. 170 questi sono gli esiti è necessaria una riflessione critica e propositiva sull’effettiva utilità delle pratiche diagnostiche e “compensative” utilizzate.
Partendo da queste domande scomode gli autori guidano il lettore in un percorso scientificamente rigoroso e operativamente replicabile per uscire dal paradosso che vede cuccioli d’uomo intelligenti relegati in un limbo di disabilità subdola, che li limita nei loro progetti di vita fino ad esitare in sofferenza psichica anche grave.
L’approccio sistemico connessionista con cui viene affrontato il problema, oltre ad offrire nella teoria posizionale della scritto-lettura una cornice innovativa allo studio dello sviluppo neuropsicologico e funzionale del singolo studente, mette in evidenza le potenzialità di tutti i sistemi di riferimento in cui egli è inserito.
Questo libro si occupa di individuare e comprendere cosa serve per arrivare alla conquista della scrittura, della lettura e del calcolo. Viste non solo come esito del patrimonio neurobiologico di ogni soggetto normodotato, ma anche come strumenti di comunicazione socialmente costruiti e indispensabili alla costruzione dell’identità linguistica, personale, culturale e sociale del futuro cittadino.
Frutto di decenni di lavoro clinico, il modello proposto è supportato da una ricerca condotta dal 2017 al 2020, su 180 bambini in diverse scuole materne del nord Italia. Essa documenta come, operando in maniera rispettosa dello sviluppo percettivo e psicomotorio di ogni bimbo, è possibile accompagnarlo, a partire dal IV anno di vita, attraverso un esperienza armonica che evita quella che più tardi, ad oggi diventerebbe una diagnosi di DSA e di ADHD.
Presentazione del libro di Miriam Gandolfi e Attà Negri della Dr. Patrizia Belardi (Pedagogista, Counselor Analista Funzionale, Prenatal and Birth Therapy),
Disturbi Specifici (della relazione) di apprendimento, un approccio ecologico alla didattica, alla diagnosi precoce e all’intervento sui DSA di Miriam Gandolfi e Attà Negri è stato presentato a La Spezia il 7 ottobre 2023.
La presentazione è stata curata e organizzata da Lucrezia Ricci, titolare della Libreria Ricci, storica libreria di La Spezia, promotrice di eventi culturali di spessore quali Lerici legge il mare, I tuoi librai a domicilio, Salotto letterario in via Chiodo, Vivere i portici.
L’evento, ospitato in uno spazio multidimensionale denominato Pin, nella pineta in fronte al mare, ha visto la partecipazione di numerosi genitori, insegnanti, psicologi, persone a vario titolo toccate dall’argomento. Ha introdotto l’intervento dell’autrice Miriam Gandolfi Maria Laura Spinogatti, docente di Filosofia nella scuola secondaria di secondo grado.
Miriam Gandolfi ha tenuto i partecipanti “incollati”. L’attenzione nella sala è stata per tutto il tempo palpabile, lo spessore della ricerca, la passione nel condividerla ed il coinvolgimento portato dall’autrice nella presentazione ha trattenuto le persone oltre il tempo riservato alla conferenza. All’esterno della sala le persone continuavano a porre domande e a tenere vivo il dibattito. E’ rimasta la sensazione che ci fosse un gran desiderio di continuare e incontrare nuovamente Miriam Gandolfi per approfondire la nuova visione da lei portata. Possiamo condividere il commento di una delle docenti presenti: “Questo intervento mi ha “spostato”, rispetto alla visione nota, e ho bisogno di tempo per elaborare”.
Di questo si tratta, di una nuova visione per comprendere e affrontare utilmente l’aumento spropositato di diagnosi dei disturbi di apprendimento e degli altri problemi con essi considerati in “comorbilità” o associati. Miriam Gandolfi ha presentato con chiarezza e con un linguaggio preciso, ma comprensibile anche ai non addetti ai lavori, la necessità di situare i cuccioli d’uomo all’interno di una cornice di complessità che renda “leggibile” i loro comportamenti.
Questa la cifra che anima da quarant’anni l’attività di Officina del Pensiero, un gruppo di professionisti che promuove ricerca e formazione, di cui Miriam Gandolfi è responsabile scientifico.
Ciò che è arrivato a tutti è stata la necessità e la possibilità di spostare le coordinate del “problema” dal cervello alla mente/corpo, dalla univocità lineare alla complessità. La teoria posizionale della scritto-lettura, totalmente innovativa e presentata nel libro, fa luce sui processi attraverso i quali ogni bambino sviluppa l’acquisizione di quello strumento convenzionale e arbitrario che sono tutti i sistemi di scrittura (lettere, cifre ecc.). E’ grazie a questo processo che il bambino “entra in conversazione” con il mondo e il co-costruire con tutti gli attori che incontra nella sua esperienza. Documentando la sua aderenza rigorosa al metodo scientifico, ha illustrato in che modo la scienza contemporanea, di cui la fisica resta il metodo di riferimento, supera la contrapposizione tra oggettivo e soggettivo, tra quantitativo e qualitativo, tra biologico e relazionale, connettendoli e offrendo così un approccio più complesso ed efficace ai problemi del comportamento umano, in quella che Gandolfi definisce una visione connessionista-complessa.
In questo momento diviene urgente che, come il bambino può essere sostenuto ad orientare la bussola con cui legge il mondo, così gli adulti possono essere sostenuti a ri-orientare la loro bussola grazie ad un nuovo modello di ricerca per poter leggere il funzionamento del bambino con occhi nuovi.
Perché, ricordando il titolo di un’altra conferenza di Miriam Gandolfi, I bambini sanno scrivere, ma gli adulti sanno leggerli? Crediamo sia venuto il tempo di alfabetizzare gli adulti e liberare i bambini.