Malattia mentale. L’ipotesi che costruisce malati

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Laura Guerra

 

di Maria Quarato

La dott.ssa Maria Quarato, presentando le storie contenute nel suo libro Allucinazioni: sintomi o capacità? (1) spiega l’importanza e il pericolo di fare diagnosi psichiatriche sulle persone che manifestano i segni di una sofferenza psichica.

Quando ad una persona che normalmente ricopre un ruolo nella vita come può essere il ruolo di madre, sorella, fratello, figlio, così come di ingegnere, insegnante o pasticcere, viene detto che ha una malattia mentale, alla fine rivestirà solamente il ruolo del “malato mentale”.

Quando alla persona viene data una diagnosi viene automaticamente tolta la possibilità e la capacità di gestire la sua situazione.

Maria Quarato spiega che quando ad una madre viene detto che il figlio è un malato mentale, le si tolgono le strategie di gestione del rapporto. Comincerà a vedere i comportamenti del figlio in date situazioni come espressione della “malattia”. Se invece si riportano i comportamenti del figlio ad una espressione della sua sofferenza, si possono mettere in atto tutte le strategie per superarla. Si può così imparare a negoziare all’interno della relazione tra madre e figlio rendendola una relazione costruttiva e positiva.

Avare un figlio sedato dagli psicofarmaci lo fa pensare come un malato mentale, mentre cercare di capire cosa sta attraversando emotivamente permette di elaborare strategie per superare il problema e avviare un processo di ricostruzione della vita. Permetterà quindi di fare quelle cose che gli permetteranno di ritornare alla vita sociale: non più comunità terapeutiche ma la ricerca di una casa, di un lavoro per vivere, di amici.

Moltissime persone sentono le voci ma non lo dicono per la paura di essere catalogate come malate mentali. Definire gli individui come “pensatori dialogici” permette di vedere il fenomeno delle voci in chiave positiva. Le voci sono infatti una strategia che la persona mette in atto per trarne un “vantaggio”.

Così, dalle storie raccontate nel libro, chi sente il demonio, per quanto terrificante possa essere l’esperienza, si sente “coraggioso” nell’affrontarlo. Oppure la signora che sente la voce dei vicini che litigano furiosamente, si sente sola.

La dott.ssa Quarato spiega che nella terapia non agisce sulle voci per toglierle, ma sui problemi che ci stanno dietro, come ad es. i sentimenti di impotenza e di solitudine. Le voci non sono un sintomo di malattia ma risorse del pensiero per affrontare problemi e conflitti interiori che prendono “voce”. Si impara così a gestire le voci e a utilizzarle a fini utili per la persona.

 

Bibliografia

Maria Quarato. Allucinazioni: sintomi o capacità? Racconti di errori diagnostici, soluzioni, ribellione e libertà. Fabbrica dei segni, 2019

 

Contatti

Maria Quarato, Psicologa  Clinica – Psicoterapeuta

Ordine degli Psicologi del Veneto – Italia –

Bundesministerium  für Gesundheit –  Austria –

Contatti telefonici:

AT. 0699.17353604

IT 349.6453762

Zentagasse 18 top 3-4 1050 Vienna

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Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Ha inoltre tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici". Recentemente, insieme a Marcello Maviglia e Miriam Gandolfi, ha pubblicato il libro "Sospendere gli psicofarmaci: Come e perché. Costruire un percorso personalizzato ed efficace.

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