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La sospensione degli psicofarmaci, usati per lungo tempo, può dar luogo a crisi di astinenza che erroneamente vengono confuse con una ricaduta nel disturbo psichico iniziale e quindi trattate con dosi crescenti di psicofarmaci.
Traduzione del video
La dr.ssa Joanna Moncrieff spiega che solo recentemente si è reso evidente che gli psicofarmaci provocano reazioni di astinenza. Le reazioni di astinenza provocate dagli psicofarmaci sono causate dagli stessi meccanismi che sottostanno alle reazioni di astinenza causate dall’alcol e dall’eroina: quando si fa uso della sostanza per lungo tempo, l’organismo si abitua e quando la si smette, l’organismo reagisce alla sua mancanza.
Così, negli ultimi decenni è risultato chiaro che quando si sospendono gli psicofarmaci, di qualsiasi classe, molte persone vanno incontro a reazioni di astinenza.
Le diverse classi di psicofarmaci producono diversi tipi di reazioni di astinenza. La reazione dipende da quale sia l’azione principale dello psicofarmaco. Con la sospensione degli antipsicotici, che hanno una potente azione sedativa, ad es., le persone possono diventare molto agitate, ansiose, possono avere difficoltà a dormire e altri sintomi fisici correlati all’azione degli antipsicotici.
Naturalmente, se gli antipsicotici erano stati assunti per controllare uno stato psicotico, con la sospensione del farmaco la persona può diventare ansiosa, arrabbiata, può non riuscire a dormire, cioè vengono fuori quelle emozioni che il farmaco sopprimeva e frequentemente si ha una ricaduta nel disturbo iniziale.
Molto frequentemente, i sintomi della reazione di astinenza vengono erroneamente scambiati per il ritorno del disturbo iniziale, in quanto nessuno pensa a una crisi di astinenza o almeno fino a poco tempo fa nessuno ci pensava.