Per la chiusura dell’SPDC (reparto psichiatrico) Papa Giovanni XXIII di Bergamo

0
609
Laura Guerra

 

Pubblichiamo questo contributo pervenutoci dalla Rete dei Collettivi Antipsichiatrici in occasione del primo anniversario della morte di Elena Casetto, diciannovenne arsa viva legata a un letto di contenzione.

 

A quasi un anno dalla morte di Elena, avvenuta il 13 agosto 2019 a causa di un incendio nel reparto psichiatrico di Bergamo, diffondiamo questo manifesto contro la contenzione meccanica fatto dalla rete dei collettivi antipsichiatrici per ricordare lei, Antonia Bernardini e tutte le vittime della psichiatria come Francesco Mastrogiovanni morto legato al letto per 87 ore il 4 agosto 2009 e come Andrea Soldi morto durante un TSO il 5 agosto 2015.

PER LA CHIUSURA DELL’SPDC (REPARTO PSICHIATRICO) PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO

31 dicembre 1974: Antonia Bernardini muore, dopo giorni di agonia, a causa di ustioni riportate da un incendio da essa provocato per attirare l’attenzione. Era legata al letto da 43 giorni, nel manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli: voleva un bicchiere d’acqua nessuno le dava retta.

13 agosto 2019: nell’SPDC dell’ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, divampa un incendio di cui non si conoscono le cause. Elena, una ragazza di 19 anni muore arsa viva nel letto al quale è tenuta legata. La contenzione non le ha permesso di fuggire.

La contenzione è una pratica diffusa e frequente in ambito psichiatrico.

Corpi e menti vengono costretti, annientati, torturati. Ogni giorno molte persone vengono sottoposte a questo trattamento, sotto gli occhi indifferenti degli operatori e quelli inermi delle persone che gli sono intorno.

Noi non siamo e non saremo disposti/e ad accettare che questo accada ancora.

LA CONTENZIONE NON E’ UNA TERAPIA!

PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE ! PER LA CHIUSURA DEL SPDC DI BERGAMO!

Rete dei Collettivi Antipsichiatrici

SHARE
Previous articleTrattamenti sanitari o sequestri di persona? Il caso del signor L.
Next articleTSO e trattamento coercitivo con depot – Storia di Alessandra
Laura Guerra è laureata in Scienze Biologiche e ha conseguito il dottorato di ricerca in Farmacologia all'Università di Ferrara. Si interessa dei trattamenti psicofarmacologici nel contesto psicosociale del disagio emotivo. Pone particolare attenzione ai problemi dell'eta giovanile e infantile. Ha tradotto il libro di Peter Breggin "La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie". Ha inoltre tradotto il libro di Joanna Moncrieff "Le pillole più amare. La storia inquietante dei farmaci antipsicotici". Recentemente, insieme a Marcello Maviglia e Miriam Gandolfi, ha pubblicato il libro "Sospendere gli psicofarmaci: Come e perché. Costruire un percorso personalizzato ed efficace.

LEAVE A REPLY